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Ddl Vitalizi, la Camera vota l’abolizione: aspettando il Senato in piena campagna elettorale

Trecentoquarantaquattro applausi per l’abolizione dei vitalizi parlamentari. Sembrava una fantasia, un film di fantascienza quello andato in onda alla Camera dei Deputati il 26 luglio 2017.

Una data storica che segna il primo passo verso l’abolizione dei vitalizi ed il successo è certificato: 344 si, 17 no e 28 astenuti con Forza Italia che abbandona l’aula. Pd e M5s in prima linea per prendersi il merito di quello che, seppur rappresenti soltanto un primo passo, rappresenta un successo inaspettato.

Il disegno di legge era fermo alla Camera da due anni. Una vittoria che adesso dovrà passare al Senato, ma li i numeri non sono così certi e quindi la legge potrebbe tornare nuovamente alla camera. Resta da chiedersi, intanto che le parti politiche si ubriacano di questo successo clamoroso, che cosa succederà dopo?

Grillo, Renzi, Salvini e Berlusconi. Tra pochi mesi infurierà la battaglia elettorale ed ovviamente, se il ddl dovesse passare al Senato prima di allora, tutte le strategie verrebbero modificate. Non si riesce ad immaginare su che cosa imposteranno la campagna elettorale i pentastellati, ormai troppo abituati ad andare contro il sistema ma, forse, senza idee o forze per gestire il dopo. Certo, le questioni che saranno più aperte: riforma parlamentare sugli stipendi, migranti e terrorismo daranno un bel po’ di materiale a chi si è sempre macchiato di populismo sfrenato. In ogni caso i grillini sono entrati bene nel sistema vecchio: fanno a gara con il Pd per attribuirsi paternità della legge (che però appartiene al Pd). In ogni caso il fatto che l’abbiano appoggiata, dando un apporto più che decisivo, è sicuramente una buona cosa.

 

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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