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Disbiosi intestinale, diagnosticare e curare alterazioni della flora batterica

L‘alterazione della flora batterica intestinale, detta anche disbiosi, può essere diagnosticata dal proprio medico attraverso la presenza di vari segni e sintomi, come ad esempio: gonfiori addominali, inconsistenza delle feci e alvo irregolare.

Se c’è il sospetto di una disbiosi di può effettuare un test, poco costoso, poco invasivo e abbastanza indicativo, chiamato breath test o test del respiro.

Questo esame consiste nella misurazione delle concentrazioni di gas, come idrogeno e metano, presenti nel respiro del paziente dopo l’assunzione di un bicchiere d’acqua e lattulosio.

Come capire se l‘intestino sta funzionando bene?

Se è presente una flora batterica alterata nell’intestino tenue del paziente, le concentrazioni saranno molto alte perché i batteri cattivi digeriscono il lattulosio emettendo appunto idrogeno e metano.

Esiste anche un esame di laboratorio più complesso per ottenere una mappa dei batteri che abitano il nostro intestino.

Questo esame viene chiamato: “Sequenziamento Genomico 16S rRNA”.

Il nome è complesso ma è sufficiente strisciare un tampone sul materiale fecale e introdurlo in una apposita fialetta che verrà poi analizzata dal laboratorio che compie l’esame.

Il laboratorio, dopo una analisi attraverso dei moderni software super tecnologici, ci restituisce una mappa delle popolazioni batteriche presenti nel campione.

Questo tipo di esame può darci un’idea generale perché, nonostante la super tecnologia, resta ancora un pò impreciso. Tale esame infatti è in grado di dare informazioni solo sugli ultimi tratti dell’intestino, che però è lungo diversi metri.

A seconda del campione prelevato, per esempio se si trovava più o meno vicino alla parete dell’intestino, ci saranno risultati diversi. La stessa persona con prelievi in momenti diversi della giornata può dare risultati diversi.

Insomma le analisi di laboratorio possono essere di grande aiuto ma forse è ancora più importante prestare attenzione ai sintomi. Secondo le ultime ricerche andrebbe inoltre sospettata la presenza di disbiosi in tutte le persone affette da patologie autoimmuni (es.artrite reumatoide, tiroidite, endometriosi).

Ora sei arrivato a buon punto.

Leggendo tutti i miei articoli dedicati all’intestino hai scoperto da dove arrivano i batteri che hai nella pancia, come possono aiutarti a restare in salute e quali sono i modi per sapere se stanno funzionando bene oppure no.

Manca poco alla parte più importante di cui ti parlerò nel prossimo articolo: i 7 passi per prenderti cura della tua flora batterica!

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