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Espulsioni non decisive: succede sia al Napoli che alla Juventus, ma devono finire gli alibi

Si comincia dai mea culpa, ed è quella la cosa importante: le gare di Napoli e Juventus macchiate dai cartellini rossi ma con due esiti differenti. Ora il +9 della Vecchia Signora fa calare mezzo sipario.Il Napoli di Carlo Ancelotti è la diretta avversaria della Juventus al titolo. Forse, però, è proprio quell’incredibile forza mentale che posseggono i bianconeri ad abbattere possibili rivali ancor prima che possano dire la loro. Pregi e difetti in questa giornata di campionato, la penultima del girone d’andata, vengono fuori molto più vistosamente e la sostanza sta tutta nel computo dei cartellini rossi. La reazione di entrambe le squadre è simile ma il risultato differente, quindi adesso basta alibi ed è tempo di dire le scomode verità.

La rivincita degli juventini: in 10 Ronaldo suona la carica

E’ stata forse la Juventus più brutta e goffa della stagione. Messa male in campo, con troppi rientri dagli infortuni, calciatori non al top e chi sta dimostrando davvero poco. Eppure sono bastati 20 minuti di Cristiano Ronaldo a ribaltare tutto, ma più che la sua tecnica in campo si è vista la sua mentalità. Lo stesso non si dica del Napoli che con l’Inter fa fatica in una gara davvero bruttissima ed avara di emozioni ci si mette di mezzo la follia di Koulibaly (giustamente espulso ed i cori non sono un’attenuante, parliamo di calcio). In 10 il Napoli rischia di fare ciò che fino a quel momento si era solo sognato: Asamoah salva sulla linea il tiro di Zielinski poi Lautaro spedisce all’Inferno il Napoli.

Ecco il punto è proprio questo: quando ci si lamenta, a vuoto, di espulsioni che secondo alcuni indirizzerebbero le partite allora è bene fare chiarezza ed essere onesti. La Juventus in 10, e lo aveva dimostrato già in Champions contro lo Young Boys, gioca addirittura meglio e porta a casa un pari che era divenuto un miraggio. In 11 avrebbe potuto vincere? C’è da dubitarne visto com’era andata la gara fino a quel momento e stesso discorso vale per il Napoli. Ora gli azzurri e così anche i tifosi si lamenteranno pure, ne hanno diritto per carità, ma quasi sempre vengono smentiti dalla realtà del campo. Sui social, poi, appaiano video di continuo, alcuni con prospettive improponibili, per spiegare a modo proprio una realtà decontestualizzata e senza fondamento.

La Juve di Bergamo si salva per il rotto della cuffia

Non c’entra nulla l’espulsione, e d’altronde qualche partita si può anche sbagliare. Dopo aver giocato praticamente al tiro al bersaglio contro il Torino nel derby e contro la Roma, Allegri decide di dare una chance agli avversari. Butta dentro Khedira, mai brillante negli ultimi 3 anni, e ieri reduce da un infortunio. Presenta Alex Sandro nelle medesime condizioni del tedesco e riporta Mandzukic al centro con D. Costa a sinistra e Dybala a raccogliere palloni nel cerchio del centrocampo. La Juventus sale poco e fa fatica, con il solo mostruoso Chiellini a parte ed un De Sciglio formato Zambrotta. Bernardeschi ancora a prendere freddo, e forse questa è la meno spiegabile delle cose.

Il tutto si risolve con i bianconeri a far gioco nel primo tempo mentre l’Atalanta subisce e riparte bene. Non affonda dopo l’autogol ma si fa forza e Zapata umilia Bonucci (che è davvero rimasto il basticcione rossonero dell’ultimo anno) e pareggia, poi si catapulta su una palla sporca in area e battezza l’estremo difensore. A quel punto l’espulsione, arrivata sul risultato di parità, non influisce minimamente è qui il nocciolo della questione: non ha senso parlarne, perché anche in 10 si vincono le partite. A C. Ronaldo bastano 20 minuti circa a dimostrarlo perché si carica sulle spalle l’attacco e fa quello che i pessimi Dybala e D. Costa non avevano fatto fino a quel momento.

Le eterne smentite a cui è sottoposto il Napoli: in 10 stava per vincerla

A chi decantava l’anno scorso uno scudetto sfumato per l’espulsione di Pjanic in quella famosa partita contro l’Inter sarà venuto un colpo, o quasi. In 10 il Napoli, che vede Koulibaly andarsene prima dal campo, gioca meglio che in 11 e rischia il gol vittoria con Kielinski: soltanto un’intuizione di Asamoah salva Handanovic. Il gol di Lautaro non è certo una magia, era evitabile e non figlio dell’espulsione. A chi ormai è divenuto moviolista e varista di professione ci sarebbe da chiedere cosa ne pensa e come continuerebbe a giustificarsi. Il tutto si chiude con Insigne che decide di farsi dare dall’arbitro un giorno, o più, di vacanza.

Il Napoli è forte. E’ una squadra che esibisce il miglior allenatore del campionato italiano, certamente il più vincente e con più esperienza, ed ha la seconda rosa del torneo. Quest’anno Carletto ha risvegliato tanti che erano andati in letargo, loro malgrado, nell’epoca Sarri. Eppure la canzone è una sola: “vogliono mandare avanti la Roma, vogliono spingere in alto l’Inter ed il Milan. Eh, vedi l’aiutino alla Juventus”. E’ tempo di dire basta agli alibi se si vuole crescere.

 

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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