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Figliuolo, la militarizzazione dell’emergenza post Arcuri

Dietro la scelta di Mario Draghi non un cambio di passo ma un segnale. Francesco Figliuolo sostituisce Domenico Arcuri, ma non cambierà nulla.

Da Arcuri a Figliuolo: un generale per l’emergenza ma nessun cambio di passo

L’insediamento del generale Francesco Figliuolo al posto di Domenico Arcuri è un segnale comunicativo. Mario Draghi spinge sulla linea dell’emergenzialismo militarizzato, alla faccia dei detrattori di Conte. Così dopo il ripetersi dei Dpcm (tanto criticati da chi ora siede tra i banchi della maggioranza come Salvini e Renzi) ci sarà una stretta all’emergenza. Questa sostituzione, però, non fa altro che accrescere un forte senso di dubbio.

Ringraziamo Arcuri per aver trovato le mascherine quando non si trovavano, ma lo accusiamo per i metodi usati. L’Italia è un Paese pazzesco, nemmeno nell’emergenza si riesce a trovare pace. Per carità, il fine non giustifica mai i mezzi, ma tutti quelli che dicono di voler eliminare la burocrazia per acquisire “linee più dirette” a cosa si riferiscono esattamente? Trattative private non ne vogliono, vogliono gli appalti, ma senza spendere soldi. Vogliono tutto a zero costi perché sono “soldi pubblici”.

Arcuri ha fatto bene o male? Questa è la domanda a cui si dovrebbe rispondere. Le mascherine sono arrivate, i vaccini prima della crisi di governo arrivavano. Il blocco è dovuto alle multinazionali che li producono e non ad una scelta del commissario, quindi qual è il grande tema? Pensare che la colpa sia sempre e soltanto di uno è un vizio tutto italiano (che ci riporta al calcio).

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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