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Fusione Deutsche-Commerzbank, lo scetticismo del presidente della Vigilanza bancaria della Bce

Il presidente della Viglianza bancaria della Bce, Andrea Enria, in un’intervista al Financial Times afferma: “Non mi piace particolarmente l’idea dei campioni nazionali, dei campioni europei”.
Forti affermazioni arrivano dal presidente della Vigilanza della Bce, che dimentica di citare la maxi-aggregazione che potrebbe avere luogo in Germania, dove Deutsche Bank e Commerzbank hanno confermato l’esistenza di negoziati. “Specialmente quando sei un supervisore, non dovresti promuovere alcun esito strutturale in particolare”, aggiunge Enria, concludendo che “naturalmente, come supervisore, mi importa se vedo che le banche europee non sono considerate proposte di investimenti interessante per gli investitori, questo è un problema. Finché questo non cambia, non possiamo dire che il processo di aggiustamento post-Crisi è stato completato”. Intanto i colloqui tra le due banche vanno avanti. Il ruolo del governo, sempre delicato quando si parla di operazioni tra banche sistemiche, lo è ancora di più dal momento che lo stato è azionista di riferimento di Commerzbank, con una quota di poco superiore al 15% rilevato in passato per salvare l’istituto da una precedente crisi. Le due banche da tempo sono alle prese con problemi di redditività e non è da escludere che la decisione della Bce di rinviare ancora il possibile aumento dei tassi possa aver indotto i vertici dei due istituti ad accelerare nel verificare le basi per un progetto comune. Ma le incognite sul tavolo sono ancora tante, a partire dalla mole degli esuberi che molti analisti quantificano in un intervallo tra i 20mila e i 30mila. Quello che nascerebbe dalla fusione delle due banche sarebbe un colosso da 38 milioni di clienti e 140.000 dipendenti, la terza banca europea dopo la britannica Hsbc e Bnp Paribas.

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