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Gasolio rubato in Libia e rivenduto in Europa: sei arresti

Altre tre persone sono ricercate, il furto partiva dalla raffineria libica di Zawyia, 40 chilometri a ovest di Tripoli.

La guardia di finanza ha sgominato un’associazione a delinquere internazionale che riciclava gasolio libico rubato dalla raffineria libica di Zawyia, a 40 km ovest di Tripoli, trasportato via mare in Sicilia e successivamente immesso nel mercato italiano ed europeo.

L’operazione è stata condotta da militari del comando provinciale di Catania, con la collaborazione del Scico, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura Distrettuale etnea e dal procuratore capo Carmelo Zuccaro. I militari hanno eseguito un’ordinanza del Gip effettuando sei arresti (3 in carcere e 3 ai domiciliari), tra maltesi, libici e italiani. Altri tre libici sono ricercati. Uno è detenuto nel suo Paese. Dopo il furto il gasolio veniva scortato da milizie libiche e portato in Sicilia e poi immesso nel mercato italiano e europeo mediante una società maltese. Il traffico è stato monitorato con mezzi del Comando operativo aeronavale della Gdf.

Gli arrestati sono Marco Porta, amministratore delegato della MaxCom; Fahmi Mousa Saleem Ben Khalifa, uno dei più potenti capi delle milizie libiche legate all’Isis; il catanese Nicola Orazio Romeo, indicato dai collaboratori di giustizia come uomo legate alla cosca mafiosa degli Ercolano; i cittadini maltesi Darren e Gordon Debono e il libico Tareq Dardar.

«Non possiamo escludere che parte dei proventi di questi traffici illeciti sia andata all’Isis». Per il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, il territorio dove avveniva il contrabbando di gasolio era nelle mani di uomini vicini allo Stato Islamico.«Il traffico procura ai libici profitti estremamente ingenti – ha detto – e siccome una delle persone coinvolte, Ben Khalifa, è a capo di una milizia in Libia, che controlla la città di Zwara, noi abbiamo ragione di ritenere che sia uno degli “smuggler” più importanti e quindi uno degli autori dei traffici di clandestini».

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