AttualitàHOMEItaliaPolitica

Governo giallo-verde, in soli 5 mesi Salvini ha distrutto il Movimento 5 Stelle: ecco i tre motivi

Matteo Salvini si prende la scena. Comparse in televisione, sui giornali, in radio e l’approvazione dei suoi disegni di legge sono la chiave del successo leghista.

La foto in primo piano è un po’ datata. Pensate, risale addirittura alla vittoria del “no” in quel famoso Referendum di dicembre che rappresentò la Waterloo di Renzi. Immagini vecchie ma stesso stato d’animo (Isoardi permettendo). Proprio così, perché Matteo Salvini si è preso la scena e per farlo non ha dovuto nemmeno fare troppo a sportellate. La Lega vola nei sondaggi e sfora il 33 per cento per ogni agenzia di statistica politica. I compagni di Governo non se la passano affatto bene: è una parabola discendente la loro che sono passati dall’essere il partito più votato d’Italia il 4 marzo ad una cifra di gradimento percentuale che si aggira intorno al 27%.

Il segreto del successo politico di Salvini: la comunicazione

Mentre da una parte ci sono gli anti-informazione, coloro che attaccano i giornalisti minandone la libertà, il leader della Lega ci ha scommesso tutto. Per ora la sta spuntando lui: social, televisioni, giornali e radio: ecco il primo dei segreti di Matteo Salvini. Il suo modello è berlusconiano. Salvini ha capito l’importanza dei nuovi e dei vecchi media, li ha studiati e li ha sfruttati al cento per cento. L’ultima trovata sono le foto che inteneriscono: quelle con i gattini. Più che altro il suo parlare chiaro (condivisibile o meno che sia) ha dato molte certezze agli elettori.

La differenza sostanziale con l’uso che hanno fatto i cinque stelle dei mezzi di comunicazione è, oltre che tematica, basata sulla questione dell’accentramento e del decentramento. Matteo Salvini è il volto sicuro della Lega, il vero leader e solo a lui spetta dire ciò che si farà o meno. In pratica è lui che decide, e lo fa capire chiaramente. Nel Movimento 5 Stelle, che i giornali poco ascoltano, le opinioni sono diverse e spesso contrastanti. L’impreparazione di molti pentastellati, anche ministri, suscita ilarità ed indignazione. Le continue gaffe di Toninelli, Laezzi e Castelli sono ormai un cult, senza aggiungerci quelle dello stesso Di Maio. Sui social, poi, la questione si rapporta ai singoli che scrivono a sproposito.

Salvini è il leader che il popolino aspettava: i 5 Stelle hanno fallito nelle periferie

Forse la trovata della Raggi sulle ville dei Casamonica rallenterà la caduta del sistema 5 Stelle, ma fatto sta che il lavoro dei grillini nelle periferie è fermo. Per i più poveri avevano promesso cose che non potranno essere attuate, e da quando sono al governo non hanno prodotto sostanziali cambiamenti nei loro settori. In un Paese complicato come l’Italia, profondamente spaccato da Nord a Sud e da città a città, la tendenza di quel ritorno all’ “autoritarismo”, per non dire Fascismo, è sempre stata dietro l’angolo. Gli elettori cercano il leader e non il complesso di idee: volevano Renzi l’egocentrico, hanno votato per anni Berlusconi, si sono fidati di Beppe Grillo l’urlatore ed ora si prostrano dinnanzi a Matteo Salvini.

In questo Paese andrebbe cambiata la Costituzione ed introdotto il Presidenzialismo puro, perché è così che il popolo sceglie il Partito che va a governare. In ogni caso questo è il secondo motivo del successo del nuovo leader al governo.

Il programma politico e la coerenza, Matteo Salvini dilaga per astuzia

Se fosse un animale di una fiaba di Fedro sarebbe la volpe. Senza ombra di dubbio le scelte strategiche del ministro degli interni sono state davvero energiche ed azzeccate. Soprattutto per quel che riguarda le politiche sull’immigrazione. In un Paese sempre più razzista, sempre più spaventato e povero, Salvini ha cercato e trovato un nemico comune nuovo che accomunasse gli italiani. Prima, quando si interessava solo del Nord, i nemici erano gli abitanti del Sud. Ora il suo partito raccoglie consensi anche al Sud e proprio da lì sta scacciando i 5 Stelle, incapaci invece di parlare a tutta Italia.

Salvini ha mantenuto coerenza nel programma: ha scelto un ministero semplice in cui le cose da risolvere erano poche e senza spese eccessive. Gli è bastato bloccare i porti ai disperati che venivano dall’Africa per riscontrare un vero e proprio plebiscito. Di fondo chi lo odiava prima adesso lo odia ancora di più, ma chi era semplicemente d’accordo con alcune delle sue idee e votava altrove adesso non ha più dubbi.

Di Maio invece si è lanciato nella vera sfida: il lavoro. Se vai però sbandierando che puoi risolvere tutti i problemi che affliggono il Paese, ti contraddici di continuo, e permetti a quelli del tuo partito di affermare il contrario di quanto detto il giorno prima, o la mattina stessa, allora perdi credibilità. E’ esattamente questo il problema del Movimento 5 Stelle: la coerenza. Grande coerenza ha avuto Salvini che ha preteso dai 5 Stelle l’approvazione dei propri disegni di Legge: il dl sicurezza e legittima difesa su tutti. Gli italiani si vogliono armare, vogliono sparare a vista ai trasgressori delle loro proprietà. Capolavoro dei capolavori è stato il condono fiscale: esattamente quello che gli chiedevano da Nord a Sud, con buona pace degli onesti.

Ai 5 Stelle è rimasto soltanto il Reddito di Cittadinanza, la cosa più d’impatto proposta in campagna elettorale che però l’Europa boccia. L’assistenzialismo non trova di fondo d’accordo quasi nessuno. Le uniche cose su cui anche Salvini non potrà mettere mano sono Flat Tax e la riforma sulle pensioni, che però accomuna anche i 5 Stelle a quella causa. Insomma un capolavoro politico quello di Salvini che nel prossimo marzo aspetta le conferme per il Parlamento Europeo, poi, probabilmente, cadrà il Governo.

Share This:

Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura a Colori