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Il mistero di Donald C. : Colin Firth al timone

Il regista de La Teoria del Tutto porta al cinema Il mistero di Donald C, la controversa storia di Donald Crowhurst, con un cast d’eccezione.

Dopo il buon risultato ottenuto con il biopic La teoria del tutto, il regista James Marsh torna a narrare una storia vera con Il mistero di Donald C., dove quella C. sta per Crowhurst, il protagonista che stanco di avere una vita ordinaria da inventore, marito e padre di famiglia decide di imbarcarsi in una sfida davvero senza precedenti per un velista amatoriale.

In occasione di un evento che festeggia un navigatore solitario che ha concluso vittoriosamente il giro del mondo con un solo stop, Donald viene completamente affascinato dall’impresa e decide di iscriversi alla Golden Globe Race del Sunday Times, che prevede la circumnavigazione del globo, questa volta, però, senza tappe. Donald è un sognatore e abbraccia la sfida con entusiasmo, disegnando lui stesso un trimarano in grado di battere ogni record. Il sogno, tuttavia, si scontra violentemente con la realtà, in un naufragio prima di tutto psicologico che ribalta completamente i piani di Crowhurst.

Pensare a un uomo motivato solo da un’incontenibile voglia di successo, non renderebbe giustizia alla complessità del personaggio ritratto da James Marsh e Colin Firth. Alla base delle scelte di Donald, sembra esserci anche un profondo senso di  responsabilità nei confronti della sua famiglia. C’è, nella determinazione del protagonista, una forte volontà di affermazione nei confronti dei suoi figli, prima ancora che verso la nazione e il mondo intero.
Forse la chiave di lettura ideale è quella suggerita dal titolo originale, quella “pietà” (mercy), ultima parola scritta da Crowhurst nel diario di bordo, che è il punto focale dello sguardo del regista verso le debolezze e la strada senza uscita imboccata dal protagonista.

Partito con i favori del pronostico, un danaroso sponsor e un addetto stampa abilissimo nel plagiare l’informazione, Crowhurst si finge primatista di velocità che non aveva mai toccato e mente dicendo di trovarsi molto avanti nella gara, senza tuttavia essersi mai allontanato tanto dall’Inghilterra. Fingere, costruire un’immagine diversa da sé diviene fondamentale per la sopravvivenza. Per mostrare i suoi conflitti interiori la regia alterna flashback e visioni, tutti accompagnati dalla voce dello stesso protagonista che sembra dare concretezza ai suoi pensieri unicamente per renderli decifrabili allo spettatore.

A dare un valore aggiunto al film provvedono senza dubbio le impeccabili performance di Colin Firth e Rachel Weisz nei panni dei coniugi Crowhurst. Due attori che da soli bastano a mantenere salda l’intera architettura filmica. In particolare, Firth sa immedesimarsi perfettamente  nella rappresentazione di un uomo in pena tra il bisogno di realizzazione personale e il desiderio di non deludere la sua famiglia, la Weisz è la perfetta “Penelope” che aspetta il suo eroe.
Il Mistero di Donald C. non è il film che vi aspettate, è una storia differente di un uomo che voleva diventare un eroe, che ha sfidato se stesso e la natura, ma che ha dovuto fare i conti con i propri limiti.

“Se ci riesco potrà farlo ogni uomo che ha un sogno.”

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