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“Quello che deve esser detto”: la lezione di Grass sul potere della poesia

Gunter Grass, scrittore, poeta tedesco, premio Nobel per la Letteratura nel 1999 fu dichiarato “persona non grata” da Israele per aver scritto quello che la critica e i giornali definirono un “pamphlet aggressivo”. La poesia in questione, che scatenò un feroce dibattito in Germania, è “Quello che deve esser detto”, pubblicata l’8 aprile del 2012.

Nel 2012 Gunter Grass pubblicò una propria riflessione in versi  pubblicata da ‘Sueddeutsche Zeitung’  nella quale lo scrittore e premio Nobel interviene sui rapporti tra Israele e l’Iran. Il testo fu rifiutato da Die Zeit e rappresentò un caso mondiale poiché Grass chiedeva espressamente alla Germania di smettere di fornire sommergibili e appoggio politico a Irsaele che minacciava l’Iran con un arsenale atomico. L’antecedente che aveva portato l’indignazione di Grass all’estremo risaliva a pochi giorni prima della pubblicazione del pamphlet. la Germania aveva consegnato il sommergibile ‘Dolphin’ a Israele, il quarto per esattezza, ma Irsaele ne richiedeva un quinto. L’enorme rischio del quale l’opinione pubblica doveva rendersi conto secondo lo scrittore era quello di una possibile guerra di Israele contro l’Iran.

Ma Grass non si limita a parlare di Israele. La sua denuncia non è volta, come sosterranno i membri del  Consiglio centrale ebraico tedesco, a “demonizzare Israele”, il focus è spostato sulla minaccia di una guerra nucleare. Grass, infatti, tiene conto della notizia che circola ormai da mesi che vuole l’Iran intento nella costruzione di una bomba nucleare. Israele potrebbe dunque preparare un attacco preventivo per scongiurare i tentativi minatori dello Stato nemico.

Un durissimo commento arriverà dallo scrittore ebraico Henrik M. Broder, columnist dello ‘Spiegel’, che sostiene che lo scrittore di Danzica sia “il prototipo dell’antisemita”.

Un sostegno al premio Nobel è invece arrivato dalla Linke, il cui deputato Wolfgang Gehrcke ha spiegato che “Grass ha ragione” ed ha mostrato “il coraggio di dire cose che continuano ad essere taciute”.

Ciò che si evince dalla vicenda di Grass però non riguarda l’una o l’altra posizione. Ciò che più fa riflettere del dibattito sollevato dallo scrittore è il potere stesso della poesia di innescare riflessioni. Grass ha dimostrato nel 2012 che la poesia ha ancora un valore civile, che l’intellettuale deve restare un fermo punto di riferimento politico, sociale e culturale, che la letteratura conserva il potere di parlare alle masse.

 

 

Quello che deve essere detto – di Günter Grass

 

Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo

quanto è palese e si è praticato

in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,

noi siamo tutt´al più le note a margine.

 

E´ l´affermato diritto al decisivo attacco preventivo

che potrebbe cancellare il popolo iraniano

soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,

perché nella sfera di sua competenza si presume

la costruzione di un´atomica.

 

E allora perché mi proibisco

di chiamare per nome l´altro paese,

in cui da anni — anche se coperto da segreto –

si dispone di un crescente potenziale nucleare,

però fuori controllo, perché inaccessibile

a qualsiasi ispezione?

 

Il silenzio di tutti su questo stato di cose,

a cui si è assoggettato il mio silenzio,

lo sento come opprimente menzogna

e inibizione che prospetta punizioni

appena non se ne tenga conto;

il verdetto «antisemitismo» è d´uso corrente.

Ora però, poiché dal mio paese,

di volta in volta toccato da crimini esclusivi

che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,

di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se

con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,

dovrebbe essere consegnato a Israele

un altro sommergibile, la cui specialità

consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove

l´esistenza di un´unica bomba atomica non è provata

ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,

dico quello che deve essere detto.

 

Perché ho taciuto finora?

Perché pensavo che la mia origine,

gravata da una macchia incancellabile,

impedisse di aspettarsi questo dato di fatto

come verità dichiarata dallo Stato d´Israele

al quale sono e voglio restare legato

Perché dico solo adesso,

da vecchio e con l´ultimo inchiostro:

La potenza nucleare di Israele minaccia

la così fragile pace mondiale?

Perché deve essere detto

quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;

anche perché noi — come tedeschi con sufficienti colpe a carico –

potremmo diventare fornitori di un crimine

prevedibile, e nessuna delle solite scuse

cancellerebbe la nostra complicità.

 

E lo ammetto: non taccio più

perché dell´ipocrisia dell´Occidente

ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile

che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,

esortino alla rinuncia il promotore

del pericolo riconoscibile e

altrettanto insistano perché

un controllo libero e permanente

del potenziale atomico israeliano

e delle installazioni nucleari iraniane

sia consentito dai governi di entrambi i paesi

tramite un´istanza internazionale.

 

Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,

e più ancora, per tutti gli uomini che vivono

ostilmente fianco a fianco in quella

regione occupata dalla follia ci sarà una via d´uscita,

e in fin dei conti anche per noi.

 

(Traduzione di Claudio Groff)

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