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Lo spread sale, lo Stato non guadagna ma attua condono fiscale: un caos

Lo spread oltre i 400 non spaventerà la banda Salvini ma certamente i risparmiatori e gli investitori. L’Italia aveva invertito la tendenza negli ultimi anni, adesso è nuovamente sulla graticola.

Qualcosa spaventa di quest’Italia che va verso la manovra economica. E’ un punto che però in pochi si riescono a spiegare, e prendono come esempio negativo quanto fatto in precedenza. E’ bene però capire anche cosa sta portando il Paese in questa situazione di stagnazione e di feroce immobilismo. In realtà se parliamo di “acque” queste sono più che mai agitate, e non si può certo dire che qualcosa non si muova.

Lo Stato non guadagna e lo spread sale: colpa dei debiti

Alcuni al Governo lo negheranno: ma debito pubblico ed incertezza sulle manovre da attuare sono martellate sui propri piedi. Andiamo ad analizzare in concreto: le fonti di guadagno dello Stato sono assolutamente limitate. Ci sono i cosiddetti monopoli di Stato: aziende statali che spesso portano più spese che guadagni. La macchina statali li alimenta perché garantiscono dei servizi (Università, Ferrovie, etc…) insieme alle aziende partecipate (che hanno quote private proprio perché non producono). Le principali fonti sono le tasse sul gioco d’azzardo, la tassazione ed il fumo.

Sul terzo elemento lo Stato fa una campagna pubblicitaria contraria. Sul secondo questo governo, e non solo questo, si attua un condono per l’evasione fiscale. Sulla prima fonte questo Governo sta cercando in ogni modo di combattere il gioco d’azzardo.

Risultato? Un reddito di cittadinanza che verrà lanciato a marzo e di cui ancora non si sanno le linee guida. Gli stessi Cinque Stelle studiano poco, pochissimo, su quello che Di Maio dice del Reddito e vanno nei Talk Show a fare figuracce. Il maxi condono, intanto, è già pronto: ed è stimato che l’Italia perderà 110 miliardi ogni anno a causa dei condoni. Poi c’è la Flat Tax, capolavoro di iniquità tutto in favore delle classi sociali più ricche.

Lo spread sale, quindi, e continuerà a salire. A quota 300 l’Italia perdeva 22 miliardi, oltre non si riuscirebbe ad immaginare. La criticità sarà rappresentata dai tanti italiani che smetteranno di investire nei titoli di Stato per paura del default e dell’incertezza.

Condono fiscale: una vergogna di iniquità

L’ho già citato, ma merita un capitolo a parte.
Governo del cambiamento ma solo a parole. Chi paghe le tasse è arrabbiato, e fa bene ad esserlo. Già l’idea che chi ha migliaia di euro di debiti nei confronti dello Stato possa usufruire degli stessi servizi dei cittadini onesti è ingiusto, figurarsi condonare tutto.

Siamo alla beffa, l’ennesima della politica. Si tagliano gli stipendi, ma non colpiscono chi ha evaso le tasse per anni. Anzi, peggio, lo aiutano ed è così da sempre. Ogni anno l’evasione costa oltre 100 miliardi all’Italia, una cifra che permetterebbe di adeguare i contratti dei dipendenti, di bandire concorsi pubblici, attuare manovre per i poveri ed i lavoratori e conservare addirittura una cifra per smaltire il debito pubblico.

Sarebbe così tanto un’utopia capire che, anziché elargire redditi di cittadinanza cumulando debiti su debiti, si debba introdurre senso civico e d’appartenenza in questo Paese? Far capire che pagando le tasse si consente di far funzionare il sistema economico del Paese. Avere autobus, metropolitane e servizi come il resto d’Europa. Ancora una volta, nonostante la nostra storia, non ci rendiamo conto di essere i nemici di noi stessi,

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

Un pensiero su “Lo spread sale, lo Stato non guadagna ma attua condono fiscale: un caos

  • Buonasera, volevo commentare la parte dove giudica Condono fiscale: una vergogna di iniquità, ovviamente lei non è il solo e mi creda non la biasimo, ma nel mio caso un eventuale pace fiscale mi permetterebbe di tornare a vivere. Circa 10 anni fa, senza uno straccio di prova mi hanno inserito come 4 socio di una società di fatto (perché 4 soci e non 2 oppure 8, bah?), questi redditi verranno sommati ai miei redditi da lavoratore dipendente scontando quindi un’aliquota alta (38%). Sia in primo grado che in appello i miei ricorsi vengono respinti. Provo anche la richiesta di un accertamento patrimoniale (non ho ville e Ferrari da nascondere) così da dimostrare che il mio stile di vita è perfettamente in linea con quanto guadagno con il mio stipendio, ma in questo caso all’Amministrazione finanziaria non conviene e non se ne fa nulla. Ora da diversi anni ho un fardello fiscale (tra maggiore imposta sanzioni ed interessi) di circa 100.000,00 euro che con le precedenti rottamazioni non avrei potuto comunque saldare (50.000,00 euro in un anno e mezzo circa come avrei potuto pagarli). Quindi anche se ritengo un ingiustizia dover pagare anche un solo euro di queste cartelle non avendo mai percepito nulla di quei redditi, preferisco pagarne una quota minima ma tornare a VIVERE, esiste è vero la L.3/2012 per il Sovraindebitamento ma ironia della sorte per dimostrare le mie difficoltà economiche dovrei pagare una somma non da poco (almeno 8.000,00 euro come minimo) solo per poter accedere al giudizio. La pace fiscale nel mio caso sarebbe l’alternativa al suicidio, perché non amo essere considerato un delinquente.

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