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Mantenimento, non pagare l’assegno adesso è reato

L’assegno di mantenimento a moglie e figli è obbligatorio sempre. L’articolo 570 bis del codice penale riordina la materia: fino a 1032 di multa.

Da oggi i padri, separati o divorziati, che non pagano l’assegno di mantenimento rischiano fino a un anno di carcere o una multa fino a 1.032 euro. E’ entrato in vigore l’art. 570 bis del codice penale che prevede pene nette per i genitori che si sottraggono “agli obblighi di assistenza inerenti alla responsabilità genitoriale o alla qualità di coniuge”.

La disposizione nasce con l’intento di dare ordine a una materia confusa, frutto di norme stratificatesi nel corso degli anni. Il codice penale del 1930 puniva, con l’art. 570, coloro che facevano mancare i mezzi di sostentamento al coniuge o ai figli; la norma era interpretata in modo rigoroso e rischiava solo chi faceva dolosamente mancare al coniuge o ai figli i mezzi minima di sussistenza. Dal 1987 è diventato reato non pagare gli assegni per l’ex o per i figli previsti nella sentenza di divorzio (ma non quello in quella di  separazione) e, dal 2006, non pagare esattamente quanto previsto nel provvedimento del Giudice.
Da oggi queste ultime due norme sono abrogate e sostituite appunto con una norma nuova. Le implicazioni, sono molteplici: diventa reato anche non versare l’assegno di separazione per il coniuge; viceversa non versare l’assegno per il figlio maggiorenne non sarà punito se i genitori sono separati o se non sono sposati; lo sarà se i genitori sono divorziati.
Infine, vista la formulazione generica della norma, potrebbe finire sul banco degli imputati chi è puntuale con l’assegno mensile, ma magari non ha rimborsato le spese straordinarie dei figli.
Il rischio del paradosso è dietro l’angolo: un coniuge rischia il carcere se non paga l’assegno provvisorio di separazione che, con la sentenza finale, potrebbe risultare non dovuto; il figlio maggiorenne i cui genitori sono separati o non sono sposati è meno tutelato di un suo coetaneo i cui genitori hanno divorziato.

Secondo l’avvocato Marco Meliti, la nuova legge “ha il pregio di riordinare e fare chiarezza su una serie di interventi che avevano creato dubbi interpretativi”. Chi non paga non andrà subito in carcere, ma diciamo che “la legge serve da ammonimento”. Un punto oscuro però rimane: “si fa una distinzione tra i figli maggiorenni non indipendenti economicamente, nati all’interno di un matrimonio, e quelli nati da una coppia convivente, che invece non avrebbero l’obbligo a essere mantenuti”, afferma l’avvocato.

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