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Il Museo della Follia. Un percorso “umano” attraverso l’arte e la scienza

Nel cuore del centro storico, nel suggestivo Complesso di S. Maria Maggiore, è possibile visitare una particolare mostra “Museo della Follia” a cura di Vittorio Sgarbi.

Il percorso si snoda lungo una produzione artistica che parte dalla fine Ottocento fino ai giorni nostri. Artisti che hanno vissuto  in prima persona disagi “emotivi” e che hanno trovato nelle manifestazioni artistiche una risposta ed un appagamento a ciò che loro preoccupava. Attraverso un percorso molto suggestivo, emergono, infatti, varie problematiche. Tra i vari artisti presenti in mostra, si ha la sensazione di vivere le stesse inquietudini di Gemito, Cifariello, Goya, Antonio Mancini, la dolcezza struggente della poesia di Alda Merini, tra le scrittrici e poetesse più suggestive del Novecento.

Legandosi perfettamente al territorio, nella mostra, è stata data importanza alla folle genialità di Maradona che, con quel modo, di segnare straordinari gol,  ha avuto la capacità di generare un’ammirazione quasi folle tra i tifosi napoletani.

Aldilà degli artisti presenti in mostra, la mostra si svolge lungo un percorso delicatissimo che  affronta ed abbraccia la questione dei metodi con cui venivano affrontate le malattie mentali e i diversi stati d’animo di persone afflitte da ansie, turbamenti.

Ed è per questo motivo che viene presentata anche la situazione che questi malati vivevano nei manicomi e, nel contempo, tutto il percorso fatto, in primis, dal psichiatra e neurologo Franco Basaglia per far chiudere i manicomi.

Ho avuto modo di seguire la visita a cura dell’Associazione Culturale Megaride e da una conversazione con Maria Girardo, Storico dell’arte e Presidente dell’Associazione, è emerso come il Museo della Follia sia «un vero e proprio insegnamento al rispetto dell’altro, l’altro che, semplicemente, il più delle volte è più sensibile, ma questa sensibilità non riesce ad esprimerla ed ha meramente bisogno di un aiuto. È per questo che il Museo della Follia è una mostra da “vivere in punta di piedi”, avvicinandoci con delicatezza, attraverso l’arte, a un mondo fatto di inquietudini con un  bisogno d’amore  forte ed immenso»​

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