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Con i satelliti si potrebbero prevedere i terremoti

Dalle rilevazioni satellitari è stato osservato che anni prima di un terremoto, si verifica un abbassamento del suolo intorno la futura zona dell’epicentro. Sulla base di questa osservazione si stanno conducendo delle ricerche per averne conferma e per ulteriori approfondimenti.

La ricerca ha avuto inizio con i fatti dell’Aquila del 2009, quando circa tre anni prima del terremoto il suolo si è abbassato di un centimetro e mezzo intorno il futuro epicentro. Così l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Ingv – ha ipotizzato che potrebbe essersi trattato di una fase preparatoria del terremoto, anche se «la previsione dei terremoti è un traguardo ancora lontano dall’essere raggiunto.»

Analizzando le immagini radar rilevate dai satelliti inerenti inerenti all’epicentro del terremoto dell’Aquila del 2009, si è riscontrata la deformazione del suolo in due bacini. A coordinare la ricerca Marco Moro dell’Ingv, in collaborazione con le università di Cassino e L’Aquila, che dichiara: «Solo così l’osservazione dell’andamento nel tempo delle deformazioni, in zone sismicamente attive, potrebbe in un prossimo futuro rappresentare un utile strumento di previsione di eventi sismici con successiva attivazione di interventi per la mitigazione del rischio sismico.»

Dalle immagini analizzate si è capito che le fratture nella roccia hanno causato uno spostamento dei fluidi, a sua volta causa del progressivo abbassamento delle falde acquifere e di conseguenza della deformazione del suolo in due bacini nell’area dell’epicentro rilevata dai satelliti.

I satelliti hanno permesso nel tempo di escludere altre cause – al di fuori della formazione delle fratture – dello spostamento del suolo, consentendo così di passare ad uno step successivo della ricerca. Adesso ci si concentrerà sullo studio dei forti terremoti già avvenuti e in contesti geologici diversi, applicando le nuove conoscenze acquisite, per constatare se il fenomeno potrà essere osservato e misurato in maniera analoga.

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