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Putin, le sue alleanze e le mire in Africa e Medio Oriente


Che sia una delle persone più influenti del pianeta è fuori discussione, ma che arrivi dove Trump rinuncia è, forse, la notizia più importante.
Stiamo parlando di Vladimir Putin, leader del Cremlino che, nelle ultime settimane, non dando importanza ad autocrati, principi, presidente o chi per loro, continua nella sua politica di amicizie dove, molte volte, ha fallito lo stesso presidente americano. 

Nella sua strategia di conquista di alleati e aree rilevanti sia dal punto di vista geopolitico che per sviluppare affari, armi e petrolio sono un binomio indissolubile. La riprova è nel rafforzamento del patto d’azione con l’Arabia Saudita che ha come obiettivo dichiarato la creazione di una “Super Opec”, una organizzazione che costituisce un cartello economico in grado di negoziare con le compagnie petrolifere prezzi e concessioni di estrazione del greggio.

Gli Stati membri dell’Opec controllano circa il 78% delle riserve mondiali di petrolio.

Ora, però, il capo del Cremlino mira ancora più in alto poichè vuol coinvolgere Riyadh e le petromonarchie del Golfo nella “Jalta mediorientale”, partendo dalla ricostruzione della Siria, che otto anni di guerra hanno ridotto a un cumulo di macerie. Una partita da centinaia di miliardi, cruciale anche per la non florente economia russa.

Quanto all’Africa, Putin si sta muovendo per stabilire buoni rapporti diplomatici con l’Unione Africana, utili per assicurarsi un accesso privilegiato nel mercato del continente.

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