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Ricordando Tomàs Milian: addio a “Er Monnezza” a cui Roma dedicherà una strada

Fratelli d’Italia ha presentato una mozione in Aula Giulio Cesare: proprio come Alberto Sordi o Anna Magnani, anche “Er Monnezza” entrerà a tutti gli effetti a far parte della toponomastica della Capitale. Noi di “Cultura A Colori” vogliamo ricordarlo a modo nostro, ripercorrendo la sua vita passata in Italia! Tomas Millian è morto a Miami lo scorso 22 marzo; “l’italiano cubano” aveva 84 anni.

E’ deceduto a Miami (USA), in seguito a un ictus il 22 marzo 2017, Tomàs Quintin Rodriguez, meglio conosciuto come Tomas Milian, celebre per aver dato vita a personaggi come “Er Monnezza” e Nico Giraldi, ai tempi dei film polizieschi all’italiana.  Nato nel piccolo villaggio cubano di Marianao, non lontano dall’Avana, il 3 marzo 1933, giunge in Italia alla fine degli anni Cinquanta, con in tasca cinque dollari e il suo grande sogno di fare l’attore. Sebbene la famiglia lo avesse ostacolato, specialmente in seguito alla morte del padre (un generale dell’esercito del dittatore Machado), Tomas riesce a completare i suoi studi teatrali in Florida, supportato moralmente ed economicamente dalla zia. Dall’Accademia teatrale di Miami si trasferisce a New York, dove riesce ad entrare all’Actors’ Studio di Elia Kazan e Lee Strasberg e inizia a frequentare i teatri di Broadway. Una prima occasione di visibilità gli viene offerta dalla Nbc con un ruolo nella serie televisiva “Decoy” (1957-58). Il primo successo, invece, arriva grazie a Giancarlo Menotti che gli propone di partecipare al Festival dei due Mondi di Spoleto, dove Tomas recita in “Il poeta e la musa”, ottenendo un ampio consenso.

Non tarda ad arrivare il debutto in Italia, grazie a Mauro Bolognini che fa apparire per la prima volta Tomas sul grande schermo. La sua prima apparizione in “La notte brava” (1959), poi in “Il bell’Antonio” (1960). Seguirono altri film con Visconti per approdare infine al genere degli spaghetti western, genere che lo rese sempre più popolare presso il grande pubblico. Appartengono a questo periodo, inizio anni Settanta, film come “Corri, uomo, corri” di Sollima e “Vamos a matar, companeros” di Corbucci. Negli stessi anni Milian gira anche alcuni polizieschi (Banditi a Milano” di Lizzani) e il cult horror “Non si sevizia un paperino” di Fulci.

La fama imperitura di Milian è legata al personaggio cult della sua carriera, “Er Monnezza”, ladro nemico della violenza, apparso per la prima volta negli schermi nel 1976 nel film “Il trucido e lo sbirro” di Umberto Lenzi. Milian ha di fronte l’archetipo del vigoroso poliziotto italiano, interpretato da Maurizio Merli. “Il trucido e lo sbirro” ottiene subito grande successo; col passare del tempo, però, Milian trasformerà il personaggio di Er Monnezza, il cui soprannome passerà al commissario Nico Giraldi dei film diretti da Bruno Corbucci. Il pubblico impazzisce e i fan si moltiplicano. Gli episodi più fortunati della serie “La banda del gobbo”, “Delitto al ristorante cinese”, “Delitto sull’autostrada” e “Delitto in formula uno”.

Tra il 1976 e il 1981 si presta anche alla commedia erotica all’italiana come “40 gradi all’ombra del lenzuolo”, film a episodi firmato da Sergio Martino con Edwige Fenech, “Uno contro l’altro, praticamente amici”, con Anna Maria Rizzoli e Renato Pozzetto e “Messalina, Messalina!” di Bruno Corbucci del 1977.

Stanco del personaggio del Monnezza, Tomas Milian tenta poi di tornare al cinema d’autore ma senza fortuna, eccezion fatta per piccole partecipazioni come quella in “La luna” di Bernardo Bertolucci, con il quale nel ’79 vince un Nastro d’argento come miglior attore non protagonista, e “Identificazione di una donna” di Michelangelo Antonioni. Nell’89 si trasferisce negli Stati Uniti e avvia una carriera da caratterista lavorando con grandi nomi, da Oliver Stone a Steven Spielberg e Steven Soderbergh.

L’ultima fatica di Milian, ormai ottantenne, è stata quella di tornare a L’Avana dopo quasi cinquant’anni e girare il documentario autobiografico “The Cuban Hamlet”, del regista Giuseppe Sansonna, andato in onda il 16 dicembre 2014 su Rai Movie. Passeggiando tra le strade della città che aveva abbandonato ormai da tempo l’attore racconta parte della sua vita.

Una vita lunga e da romanzo, una carriera di oltre cento film senza soluzione di continuità dall’inizio degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta, collaborazioni con nomi importanti. Difficilmente il suo pubblico dimenticherà il suo volto, la sua bandana rossa sopra la chioma ribelle, la sua bellezza, la sua comicità irriverente, le sue gag. Se Cuba gli ha dato i natali, l’Italia e i suoi fan custodiranno per sempre e con grande affetto il suo ricordo.

 

Addio Tomas.

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