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Soffocare: il gusto del pulp

“Se stai per metterti a leggere, evita.
Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finché sei ancora intero.
Salvati.
Ci sarà pure qualcosa di meglio alla tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti iscriverti a un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci a tirare su due soldi. Ti regali una cena fuori. Ti tingi i capelli.
Tanto, ringiovanire non ringiovanisci.
Quello che succede qui all’inizio ti farà incazzare. E poi sarà sempre peggio.
Quello che trovi qui è la stupida storia di un ragazzino stupido.”

L’ Incipit di “Soffocare” (di Chuck Palahniuk; Arnoldo Mondadori Editore, 2002. Pgg 265) invita il lettore a non leggere. Ancor più, però, è un avviso, un invito, ad abbandonare aspettative su velleità stilistiche e una trama lineare che accompagni una lettura tranquilla.

Victor Mancini ha dovuto inventare uno stratagemma alquanto singolare per sopravvivere. Studente fallito di medicina con una madre malata in ospedale e una dipendenza dal sesso difficile da gestire: questo è il quadro che Palahniuk ci presenta del suo protagonista. Ogni sera Victor frequenta ristoranti di lusso per poi fingere, a un certo punto della cena, di soffocare per colpa del cibo. L’obiettivo è essere “salvato” da un eroico cliente del locale in modo da avere cena gratis e, soprattutto, l’eterna gratitudine del suo benefattore. Dopo anni di truffa ai danni di ignari buoni samaritani Victor si trova a ricevere quasi quotidianamente denaro da coloro che, avendolo salvato, si sentono in dovere di prenderlo sotto la propria protezione. Victor è un uomo di quasi trent’anni ossessionato dalla figura di una madre sempre assente, continuamente assorbita da azioni dimostrative ed esperimenti sociali che la portano continuamente in carcere mentre il figlio cresceva tra un affido e l’altro.

“Finché non trovi qualcosa per cui lottare ti accontenti di qualcosa contro cui lottare.”

Questa è la cornice della storia di Victor, alle prese con il conflitto interiore che lo spinge a provare rancore per le negligenze della madre e allo stesso tempo un attaccamento quasi edipico. Su questa struttura si innestano sketch tragicomici. Le disavventure di Victor sono costellate di personaggi stravaganti e grotteschi. La penna di Palahniuk riesce ad essere sorprendente, mai monotona, sfrutta espedienti narrativi e un intreccio che quasi  portano il pulp a fondersi con il giallo. Di fondo c’è l’ analisi, arguta e dettagliata, di un protagonista che vuole rappresentare ed estremizzare l’uomo moderno, con il proprio dualismo e le proprie ossessioni, ma, soprattutto, con il proprio prepotente egocentrismo e la spinta intrinseca a trascinarsi per sopravvivere. I personaggi di Palahniuk non hanno una moralità di fondo, se la conoscono la ignorano per stare al passo con un mondo che è vissuto e raccontato secondo la legge della giungla. Questo evidente cinismo, caratterizzato da un distacco nei confronti di tutto ciò che è considerato illusione o costruzione sociale si rispecchia perfettamente nella filosofia dell’ autore e nel suo intento di rappresentare la realtà di un uomo che per vivere si ritrova a Soffocare. Il  soffocare stesso, in realtà, può essere interpretato come rappresentazione di tutto ciò che opprime quotidianamente: il fallimento di una carriera, le lacune affettive, la paura di perdere i propri cari o di invecchiare. Soffocare è un libro che non lascia scampo, un risveglio violento che porta il lettore a ricredersi quando pensa di aver afferrato tutto ciò che c’era da capire. Lo stile è quello spietato e cinico del pulp. C’è dello humour che tende a diventare black, molto sporco, e per questo molto interessante. La provocazione è una costante in sottofondo che, di volta in volta, emerge più o meno palesemente. Soffocare è una lettura che riesce a tenere incollati alle pagine ma che soprattutto incolla le pagine addosso al lettore. Questo libro non si dimentica facilmente.

5 ROMANZI PULP DA NON PERDERSI:

  1. Una primavera tranquilla- Émilie De Turckheim (2016, Edizioni Clichy)
  2. Amare stanca-Philippe Fusaro (2015, Edizioni Clichy)
  3. American Pulp-Paula Rabinowitz (2014, Princeton University Press)
  4. Zero K- Don De Lillo (2016, Einaudi)
  5. Pulp stories (graphic novel)- Diego Cajelli, Luca Rossi (2005, Edizioni BD)  

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