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Trattativa Stato-Mafia, Berlusconi scarica Dell’Utri

Una vita insieme, pochi minuti per voltare le spalle. Si può sintetizzare in queste parole il non rispondere di Berlusconi alle domande sul caso Stato-mafia e il non aiutare l’ex amico Marcello Dell’Utri.
Il Cavaliere è rimasto in aula pochi minuti, insieme ai suoi avvocati Coppi e Ghedini, giusto il tempo di dire alla Corte d’Assise d’Appello che non avrebbe risposto ad alcuna domanda, in virtù del fatto della sua incriminazione delle stragi di Firenze del 93′.

Il timore che fossero affrontati temi delicati – dalla conoscenza dei rapporti tra Cosa nostra e Dell’Utri, alle tante vicende giudiziarie che l’hanno visto protagonista e che sarebbero potute saltar fuori nel tentativo dell’accusa di minare la sua credibilità come teste – lo hanno indotto al silenzio.

Per i giudici di primo grado, che hanno condannato Dell’Utri a 12 anni per minaccia a Corpo politico dello Stato, l’ex senatore azzurro avrebbe «informato Berlusconi dei suoi rapporti con i clan anche dopo l’insediamento del governo da lui presieduto.

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