Spettacolo

Un altro duro colpo per il mondo dello spettacolo: addio a Stefano D’Orazio

Si è svolto a Roma l’ultimo saluto a Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh e anima sensibile.

Dopo la morte di Gigi Proietti, un altro durissimo colpo per il mondo dello spettacolo italiano, Stefano D’Orazio ci ha lasciati, era ricoverato da una settimana presso il Columbus del Policlinico Gemelli di Roma dove poi si è spento nella sera di venerdì 6 novembre.

Se io dicessi “non restare chiuso qui…” cosa rispondereste? Se dicessi: “mi dispiace devo andare…” come continuereste la frase? Sicuramente nel modo giusto. I Pooh hanno sfornato decine e decine di successi, hanno accompagnato e segnato tante generazioni e, piacciano o no, rappresentano una vera istituzione nel mondo della musica italiana.

Ispirati ai 4 di Liverpool, i Pooh nascono a Bologna nel 1966 con una formazione diversa da quella che conosciamo, il nostro compianto Stefano D’Orazio arrivò nel settembre del ’71 in sostituzione di Valerio Negrini, intenzionato a dedicarsi alla sola scrittura di canzoni.

Stefano D’Orazio proviene dal quartiere romano di Monteverde e si approccia alla batteria nei primi anni dell’adolescenza. In quel momento in cui la musica beat raccoglie molti seguaci, D’Orazio ha le sue prime esperienze musicali sia come batterista che come paroliere. La musica ormai era diventato il suo chiodo fisso, partecipa come comparsa per poter pagare le cambiali fatte per l’acquisto della sua batteria Ludwig, collabora come musicista e arrangiatore con diversi gruppi prima di approdare ai Pooh.
Come detto poc’anzi, Stefano arriva ai Pooh nel 1971. La band già lo conosceva e lo accolse nonostante le ritrosie del produttore Lucariello. Dopo circa una settimana di prove al Vun Vun di Roma, fa il suo esordio live in una serie di concerti di rodaggio in Sardegna. Arrivano i primi successi e le prime soddisfazioni, gli stimoli erano davvero tanti e Stefano inizia così a collaborare alla scrittura delle canzoni della band. Non solo, sarà lui a proporre al gruppo di inserire in ogni disco almeno un pezzo a quattro voci alternate, interrompendo così l’uso di lasciare le parti vocali soliste al duo Battaglia-Facchinetti.

Passano gli anni, i successi sono davvero innumerevoli. Arriviamo al 2009 quando lasciò i Pooh per dedicarsi ai suoi progetti solistici. Inizia, infatti, a dedicarsi ai musical confezionando le musiche per Aladin – Il Musical, Mamma mia – il Musical (quest’ultimo voluto espressamente dagli Abba che affidarono a Stefano tutta la parte musicale), Cercasi Cenerentola – Il Musical e W Zorro – il Musical.
Il 28 settembre 2015 i Pooh annunciano l’operazione “reunion” che vede il ritorno di Stefano D’Orazio alla batteria e di Riccardo Fogli alla voce per una serie di progetti, tra i quali sette concerti evento così distribuiti: due allo Stadio San Siro di Milano, uno allo Stadio Olimpico di Roma, uno allo Stadio San Filippo di Messina, tre all’Arena di Verona. Il tutto per celebrare 50 anni di carriera di una delle band più longeve al mondo.

In realtà Stefano D’Orazio non ha mai mollato veramente i Pooh, tutti quanti lo hanno aiutato nelle sue attività imprenditoriali musicali fino all’ultimo singolo scritto durante il lockdown a quattro mani con Roby Facchinetti “Rinascerò Rinascerai”, i cui proventi ricavati dalla vendita sulle piattaforme musicali sono stati destinati all’Ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo, ancora in prima linea nella lotta al Coronavirus.
Ed è stato proprio questo virus infame a portarcelo via.
Durante i suoi funerali alla Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo, una folla distanziata si era radunata per rendere l’ultimo omaggio al grande artista. All’uscita del feretro, le note di “Pensiero” e “Tanta voglia di lei” intonate dalla gente presente ha donato una forte emozione a sua moglie Tiziana Giardoni che ha ringraziato di cuore per la vicinanza mostratale.

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