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Instant articles e news a pagamento, Facebook introduce i paywall

 Giornalismo, editoria e social network. Facebook Journalism Project si pone come obiettivo di offrire informazioni di qualità e una piattaforma economica per gli editori. Introdotti nel 2016 da Facebook, gli Instant Artcles sono nati per favorire gli editori nella pubblicazione di articoli direttamente sulla piattaforma, senza rimando ai siti che li hanno prodotti.

Si tratta prevalentemente di contenuti testuali quali articoli, news, blog post e il loro funzionamento si basa sui feed RSS. Facebook raccoglie i testi inviati e si occupa di impaginarli e pubblicarli. A un anno dall’attivazione di questo servizio, il successo ottenuto, spinge Facebook a fare un passo successivo: introdurre il paywall.

L’idea del social network di Menlo Park è quella di istituire sulla sua piattaforma un paywall che richieda ai lettori di abbonarsi dopo aver letto un numero massimo di articoli free (circa 10). La tipologia di abbonamenti è ancora in fase di studio, si ipotizzano però offerte di accesso in blocco oppure una serie di mini-abbonamenti (solo per gli Instant Articles) a specifiche testate, ma non è nemmeno escluso che ci sia anche un classico invito ad abbonarsi in modo tradizionale.

“Oggi – spiega il social di Menlo Park – lanciamo un test per supportare i modelli di abbonamento alle notizie negli Instant articles, in partnership con 10 editori negli Stati Uniti e in Europa. Questo primo test sarà disponibile sui dispositivi Android e speriamo di espanderlo presto. Questo test è il risultato del lavoro che stiamo facendo attraverso il Facebook Journalism Project. Dialoghiamo costantemente, con editori in tutto il mondo, per comprendere meglio le loro esigenze e i loro obiettivi e collaborare con loro, già nelle fasi iniziali del processo, allo sviluppo di nuovi prodotti”.
Quando una persona, non ancora abbonata a una testata, si imbatterà in un paywall all’interno degli Instant Articles, visualizzerà la richiesta di abbonarsi per ottenere l’accesso completo ai contenuti di quell’editore. Se questa persona deciderà di abbonarsi, la transazione avrà luogo sul sito dell’editore. Che gestirà direttamente il pagamento e tratterrà il 100% dei ricavi. Il rapporto tra editore e abbonato funzionerà esattamente nello stesso modo in cui avviene oggi sul sito dell’editore, dove quest’ultimo ha accesso diretto e completo controllo, tra le altre cose, sull’impostazione dei prezzi e la proprietà dei dati degli abbonati. Questi abbonamenti includono l’accesso completo al sito e alle app dell’editore. Chi è già abbonato a una testata coinvolta nel test, potrà autenticarsi all’interno degli Instant Articles per ottenere l’accesso completo agli articoli dell’editore.

Il social in blu ha deciso di sperimentare anche altre funzionalità che possano portare agli editori ulteriori abbonamenti, prima che una persona raggiunga il paywall. Queste novità comprendono una Call to Action (CTA), che apparirà all’interno degli Instant Articles, simile a altre CTA come “Email Sign-Up” (per iscriversi alle newsletter) o “App Install” (per installare l’App). Ci sarà anche un pulsante “Abbonati” che sostituirà il pulsante “Mi piace” nell’angolo in alto a destra di un articolo. Ma in corso d’opera potranno essere individuate, in accordo con i vari editori, altre soluzioni in questa direzione.
La compagnia californiana dà il via ai test per la nuova funzione Article Context. E’ un pulsante che fornisce agli utenti informazioni aggiuntive su un articolo come l’editore, l’autore, l’argomento di cui l’articolo tratta, articoli correlati o di tendenza e anche come viene condiviso su Facebook.

“L’obiettivo – spiega il social network – è di incoraggiare le persone a pensare criticamente alle notizie e a dare loro il contesto necessario per prendere decisioni consapevoli su quali storie leggere, di quali fidarsi e quali condividere. Questo lavoro – aggiunge – riflette i feedback della comunità, editori inclusi, che hanno collaborato allo sviluppo delle funzionalità nell’ambito del Facebook Journalism Project”. Se andrà bene la fase di test, il paywall delle notizie potrebbe essere esteso in tutto il mondo nel 2018.

 

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