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Attacco Parigi: Il mondo che si ferma

di Rossella Napoletano

Sgomento, incredulità, rabbia. Sono queste le sensazioni che nella serata del 13 novembre 2015 hanno fatto a botte nell’animo di tutti quelli che hanno avuto modo di seguire le drammatiche vicende che hanno tristemente visto protagonista la città di Parigi, durante i 7 attacchi terroristici simultanei avvenuti nella zona nord-est della capitale francese, decimo e undicesimo arrondissement. Nei pressi dello Stade de France, durante l’amichevole Francia- Germania, tra i tifosi anche il presidente francese Hollande. Al locale La Belle Equipe, al ristorante Le Petit Cambodge, ma soprattutto al noto teatro Bataclan, le persone hanno vissuto ore di terrore, tra esplosioni e sparatorie. Parte degli ostaggi all’interno del teatro è stata uccisa a sangue freddo, in una metodica e spietata esecuzione.
Le forze dell’ordine in seguito ad un blitz sono riuscite a fermare la mattanza al Bataclan mentre i parigini hanno affrontato la situazione con grande dignità e solidarietà a giudicare anche dall’iniziativa “port ouvert”. Infatti, durante quei terribili momenti, i cittadini hanno aperto le porte di casa, pronti ad accogliere coloro che erano impossibilitati a tornare nelle loro abitazioni e in queste ore s’affrettano a omaggiare le vittime dinanzi ai luoghi degli avvenuti attacchi.
Un bilancio a dir poco drammatico, ancora provvisorio purtroppo: 128 morti, 192 feriti di cui circa 99 in gravi condizioni e una ragazza italiana dispersa, secondo quanto riferisce l’ Ansa, all’indomani di una Parigi deserta, sotto shock.
Poichè non importa che ora fosse in quel momento, non importa a quale religione fossero votati, a quale età, razza o ideologia politica appartenessero, coloro che hanno assistito a quelle terribili immagini al telegiornale o che hanno vissuto in prima persona l’incubo di questo 13 novembre, hanno probabilmente avuto un vuoto nella testa per alcuni secondi fino a quando un timidissimo “sta succedendo sul serio?” non si è insinuato in un qualche meandro del proprio raziocinio, risvegliandolo nuovamente.
Non è il momento di sterili polemiche poiché oggi l’Europa è ferma, inerme e col capo abbassato. L’umanità si sente indifesa ma più che mai è viva la speranza che fatti del genere non accadano più e più che mai è viva la volontà di far sì che questa speranza si trasformi in una concreta realtà.
La redazione di Cultura a Colori, nel suo piccolo, è vicina al dolore di tutti coloro che sono vittime dell’odio, dell’ingiustizia, della guerra e che piangono i loro cari senza essere riusciti ad abbracciarli un’ultima volta. Non solo oggi.
 

“Non lasciare mai morire i nostri spiriti,
nel mio cuore sento che
sono tutti miei fratelli
creare un mondo senza paura
insieme piangeremo lacrime di gioia.
Vedere le nazioni trasformare
le loro spade in lame per aratri,
possiamo davvero arrivarci
se ti prendi cura abbastanza della vita
crea un piccolo spazio per rendere un posto migliore
guarisci il mondo!
crea un posto migliore
per te, per me e per l’umanità intera.”
“Michael Jackson – Heal the world”

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