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Baby gang, violenza e noia: quali sono le cause? (Video)

Negli ultimi mesi è esploso in tutt’Italia il fenomeno delle ‘babygang’. Sono gruppi di ragazzi di età generalmente compresa tra i 13 e i 20 anni, si dedicano a piccoli crimini e atti di vandalismo e spesso lo fanno per noia o per affermarsi agli occhi dei coetanei. Un fenomeno sociale esploso in tutt’Italia che in pochi giorni ha fatto parlare di sé, ma soprattutto una spia sulla condizione di molti giovani allo sbando. In Veneto dei ragazzini hanno dato fuoco ad un clochard  ed hanno poi dichiarato di averlo fatto ‘per divertimento’. A Milano un gruppo di minrenni è stato denunciato per aver danneggiato la metropolitana bloccandola per alcune ore. A Napoli la situazione è analoga e favorita dal grande concentramento di minori. Spesso si tratta di ragazzi con storie alle spalle di abbandono scolastico e famiglie assenti che trovano nel gruppo un elemento di forza. Da lì il passaggio all’ accettazione sociale passa attraverso piccoli crimini intesi come dimostrazioni di coraggio. Solo poche settimane fa Gaetano, un quindicenne napoletano, è stato aggredito e pestato da alcuni coetanei a Chiaiano, stessa sorte per Arturo che ha ricevuto però ben 20 coltellate a via Foria, nel cuore della città ‘bene’

Le istituzioni e i cittadini si sono interrogati sulle responsabilità e sui possibili mezzi d’intervento. All’origine del fenomeno c’è sicuramente lo sgretolamento delle famiglie, spesso assenti o disattente alla vita dei figli oltre la soglia domestica. Grande responsabilità è sicuramente anche della scuola, spesso abbandonata dai soggetti meno seguiti a casa o dediti a varie forme di lavoro minorile.

Il primo cittadino di Napoli De Magistris sul caso delle baby gang ha dichiarato:” Bisogna investigare le cause, ma senza darne un’amplificazione eccessiva”. Per ribadire poi l’importanza del coinvolgimento delle scuole, del mondo della cultura e dell’informazione, il lavoro sul territorio che anche l’amministrazione comunale sta portando avanti così come il ruolo della videosorveglianza nell’individuazione di alcuni dei responsabili delle aggressioni ai danni di Arturo e di Gaetano.

 

 

 

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