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Gnocchi e limoncello: a tavola coi sorrentini

È dai tempi del Grand Tour, nel XIX secolo, quando i viaggi nel Mediterraneo erano bagaglio indispensabile per la formazione dell’aristocrazia mitteleuropea, che vanta un forte legame con oltremanica.

Byron, Keats, Scott, Dickens, Goethe e Wagner, solo per citarne alcuni, qui vennero in cerca di sole e di ispirazione.

Influenzata nei secoli da culture diverse, grazie al passaggio di Etruschi, Greci, Romani, Normanni e Aragonesi, incastonata in uno dei tratti di costa più belli e famosi al mondo, Sorrento è infatti meta preferita del turismo europeo, americano e del Sol Levante, attratto dalla natura generosa, dai paesaggi struggenti, e dal mare color smeraldo.

E tutto questo nonostante Sorrento non abbia spiagge di sabbia. Può vantare, però, una delle scogliere più belle al mondo: i Bagni della Regina Giovanna, in località Capo di Sorrento. Un posto incantevole, dove natura, mare e passato si fondono, e il cui nome, come tramanda la leggenda, è dovuto alla Regina Giovanna D’Angiò, Sovrana di Napoli, nota per i suoi atteggiamenti scandalosi: si racconta, infatti, che la disinvolta Regina amasse intrattenersi a lungo in queste acque in compagnia dei suoi giovani amanti. Ma Sorrento non è solo mare e sole.

Sorrento è il Museo Correale di Terranova. Con tre piani, ventiquattro sale, una biblioteca e un bellissimo giardino, custodisce mobili preziosi, porcellane di Capodimonte, nature morte, vedute della Scuola di Posillipo e tantissimi libri sulla storia del Regno di Napoli.

Sorrento è il Vallone dei Mulini. Un alveo naturale, in pieno centro storico, che un tempo arrivava fino al mare e dove, nel XVII secolo la famiglia Correale, che subentrò agli antichi proprietari eredi di Torquato Tasso, fece costruire un mulino per la macinazione del grano, alimentato dalle acque pluviali che si ingrossavano nel canale. L’attività fu interrotta agli inizi del Novecento, e da allora una fitta vegetazione si è impossessata della zona, coprendo quasi del tutto il mulino, la segheria, la cava di tufo e le diverse grotte adibite a cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. La valle è inaccessibile ed è possibile godere dall’alto dello spettacolo affascinante e misterioso insieme.

E Sorrento è anche il Museo Bottega della Tarsia Lignea, a testimonianza della sua grande tradizione artigiana del legno intarsiato. Sito nel centro antico della città, sui due piani del restaurato Palazzo Pomarici Santomasi, risalente al XVIII secolo, il museo conserva una ricca collezione di mobili e oggetti del tipico artigianato sorrentino, con pregiati pezzi d’arredo dei maestri della tarsia lignea, una tecnica di cui ancora oggi ben settecento valenti artigiani tramandano i segreti.

Ma Sorrento è anche e soprattutto una grandissima e riconosciuta tradizione culinaria, che trova la sua apoteosi nel suo piatto più famoso al mondo, gli gnocchi alla sorrentina, emblema della cucina mediterranea e del made in Italy a tutte le latitudini. Un piatto semplicissimo, composto da gnocchi rigorosamente fatti a mano, pomodoro fresco, mozzarella e basilico: ciò che fa la differenza, infatti, è semplicemente l’altissima qualità delle materie prime impiegate.

Infine, c’è chi dice sia nato a Capri, chi ad Amalfi, chi infine a Sorrento. Fatto sta che in città, tra fabbriche artigianali e negozi di prodotti tipici, è impossibile sottrarsi quanto meno all’assaggio di un bicchierino, perfetto come digestivo, o all’acquisto di una bottiglia da tenere in casa, o da regalare a parenti e amici. È il limoncello, il liquore giallo più famoso al mondo.

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