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Grecia, la crisi è passata ma non per i cittadini

Sono ormai passati anni dalla grande crisi  e nessuno parla più della situazione greca. Dopo anni di contrazione economica, seguiti da stagnazione, l’economia sta di nuovo crescendo eppure il 22,2% della popolazione greca ha vere e proprie difficoltà a soddisfare i bisogni di prima necessità.

La crisi inizia quando il presidente George Papandreou, a fine 2009, subito dopo le elezioni politiche dichiara che i precedenti governi greci avevano falsificato i dati di bilancio dei conti pubblici per permettere alla Grecia d’entrare nell’euro, denunciando così il rischio di bancarotta del Paese.

Le agenzie di rating avevano allora declassato il suo debito. I tassi d’interesse si erano impennati. Nel 2010 il governo si era rivolto all’eurozona e al Fondo monetario internazionale (Fmi) per avere un aiuto. I prestiti erano stati concessi a condizione che la Grecia effettuasse tagli alla spesa e riforme strutturali.

Il 20 agosto la Grecia è uscita dalla tutela della troika, composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale.

Per la grande maggioranza della popolazione greca la data del 20 agosto non ha significato nulla di particolare, dopo otto anni di austerità che hanno letteralmente sconvolto il tessuto economico e sociale del Paese sulla scia di politiche restrittive imposte a uno Stato che non aveva una costituzione tale da sopportarla senza effetti traumatici.

I tre programmi di salvataggio internazionali hanno portato 289 miliardi, ma a costo di pesanti riforme e misure di austerità che hanno impoverito i cittadini.

Rispetto all’anno precedente alla grande crisi, il potere d’acquisto della popolazione greca è calato di circa il 29%, una concausa dovuta a differenti fattori, riconducibili ad una maggiore tassazione sui redditi medi, tagli alle pensioni superiori ai 3.000 euro e una disoccupazione che ha toccato livelli più elevati di quelli raggiunti nel 2011, che variano dal 23% dei lavoratori adulti al 40% dei giovani.

È chiaro che la grande sconfitta di tutta questa situazione sia la popolazione. Il 22,2% della popolazione greca ha vere e proprie difficoltà a soddisfare i bisogni di prima necessità: pagamento delle bollette, del riscaldamento o del mutuo si sono trasformati in vere e proprie sfide.

In termini reali, il pil e gli investimenti sono molto al di sotto dei picchi precedenti alla crisi. Un quinto della forza lavoro e due quinti dei giovani sono disoccupati.

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