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I più buoni del 2019, la mobilitazione silenziosa dei portuali di Genova

Con la loro determinazione sono riusciti a bloccare l’imbarco di armi dirette in Arabia, destinate alla guerra in Yemen, che sta causando migliaia di morti e profughi. Schierati contro un conflitto di cui nessuno parla con picchetti e proteste fin dallo scorso governo.

L’Onu ha documentato che la guerra in Yemen ha causato oltre 60mila vittime in questi ultimi cinque anni – scandiscono al megafono i manifestanti sotto la Prefettura – milioni di sfollati e un disastro umanitario con 90 mila bambini morti per la malnutrizione, il tutto con la complicità dei governi occidentali che al netto dei proclami non fanno nulla per fermare il commercio di armi”.

Siamo i portuali di Genova scesi in sciopero per bloccare il carico sulla nave Bahri Yanbu e sulla Bahri Jazan dei generatori elettrici spediti dalla vostra azienda alla Guardia nazionale Saudita. Lo abbiamo fatto perché, dopo il blocco del carico dei cannoni a Le Havre da parte dei portuali francesi sulla stessa nave, abbiamo verificato che la Guardia saudita è un corpo militare impegnato nella guerra civile in Yemen, indicata dall’ONU come il teatro di una immane catastrofe umanitaria di cui l’Arabia è uno dei principali responsabili. Noi non crediamo di erigerci al ruolo di salvatori dell’umanità o di giudici dei mali del mondo. Noi vogliamo che l’Italia sospenda la vendita di armi all’Arabia Saudita, unendosi così alla lista di paesi che già lo hanno fatto o lo stanno facendo, ovvero Svizzera, Germania, Austria, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Belgio, Olanda e Gran Bretagna.

Noi apparteniamo a una storia e a una cultura marinara e portuale in cui il soccorso e l’accoglienza sono valori fondamentali e in cui il commercio civile è praticato come mezzo per la prosperità dei popoli. Per questo è intollerabile assistere alla chiusura da parte del Governo dei porti per coloro che fuggono dai teatri di guerra, dalle dittature e dalle privazioni economiche e morali, mentre il Governo li lascia aperti al traffico di armi che producono direttamente e indirettamente quei fuggitivi”.

A loro va il nostro augurio e il nostro plauso.

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