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Ilaria Cucchi contro il generale Nistri: “Vuole colpire chi ha parlato”

Duro attacco della sorella di Stefano Cucchi al generale dell’Arma dopo l’incontro di mercoledì: “Non mi aspettavo scuse, ma certo non 45 minuti di sproloquio contro Casamassima, Rosati e Tedesco, gli unici che hanno deciso di rompere il muro di omertà”.

“Il generale Nistri vuole colpire chi ha parlato, vuole colpire chi ha deciso di rompere il muro di omertà nel mio processo”. Parole dure quelle di Ilaria Cucchi che punta il dito contro il generale che ha incontrato ieri, 17 ottobre.

La sorella di Stefano ha parlato alla Stampa Estera leggendo un testo con le sue reazioni all’incontro al ministero della Difesa, con il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, e la titolare del dicastero, Elisabetta Trenta.

“Il generale Nistri avrà certamente le sue ragioni, ma perché dirlo a me, a noi in questa occasione, in un processo dove stanno emergendo gravissime responsabilità. Siamo sicuri che vi sia proprio adesso un insopprimibile esigenza di punire proprio coloro che hanno parlato?”, ha aggiunto Ilaria.

“Questo processo, io, Fabio e la mia famiglia lo abbiamo fortissimamente voluto e ora il generale vuole colpire tutti coloro che hanno parlato”, ha aggiunto Ilaria Cucchi. Riccardo Casamassima e la moglie, Maria Rosati, entrambi carabinieri, con le loro dichiarazioni hanno permesso la riapertura del processo. Davanti ai giudici avevano raccontato di avere subito conseguenze sul lavoro per avere parlato del pestaggio di Cucchi. Francesco Tedesco ha accusato del pestaggio di Cucchi i coimputati Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.”

In un post su Facebook il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, replica ad Ilaria Cucchi a proposito dell’incontro di ieri con il generale. “Il Comandante dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri non ha portato avanti alcun sproloquio e non ha manifestato nei confronti di nessuno pregiudizi punitivi. Ero presente, se lo avesse fatto sarei intervenuta! Semplicemente, ha rimarcato l’obbligo per tutti i gradi al rispetto delle regole, il che rientra nelle sue prerogative di Comandante”. “Non sto offrendo – sottolinea Trenta – una mia personale interpretazione dei fatti. Sto raccontando solo quel che è successo. Se c’è stata una incomprensione non trapelata durante l’incontro mi spiace, poiché la natura stessa dell’incontro era quella di favorire un confronto aperto e trasparente”. “Nelle dichiarazioni alla stampa – aggiunge il ministro – mi sono commossa. Sento forte la responsabilità di questa vicenda, anche se sono ministro da pochi mesi. E vorrei che questo senso di responsabilità fosse condiviso. In modo umano”.

Ora si pensa a una strada o una piazza dedicata a Stefano Cucchi. Lo annuncia il presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri che spiega: “In questo modo, oltre a esprimere tutta la vicinanza nostra e del territorio alla famiglia di Stefano, vogliamo far in modo che quanto accaduto non venga mai e poi mai dimenticato”.

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