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“Lo magnifico cunto” in scena al Tin di Napoli

Sabato 19 gennaio alle 20, al teatro Tin di Napoli, in vico Fico Purgatorio ad Arco 38, è andato in scena “Lo magnifico cunto”, adattamento di Gianni Sallustro dalla grandiosa opera di Giambattista Basile “Lo cunto de li cunti”.

Lo spettacolo, che chiude la rassegna “Incanti narrati, ideata dallo stesso Sallustro, direttore artistico dell’accademia Vesuviana del teatro e del cinema con la collaborazione di Roberta D’Agostino, è incentrato sulla favola di Cenerentola nella sua prima versione napoletana scritta, alla quale poi nel tempo attinsero Perrault e gli altri favolisti successivi al Basile. L’evento è stato occasione per ricordare Michele Del Grosso, a un anno dalla sua scomparsa. 
“Il magnifico cunto – dice Sallustro – è un omaggio alla nostra tradizione con alcune contaminazioni, in perfetto stile di Del Grosso che nei suoi lavori amava contaminare i classici con richiami all’attualità. Ha dato tanto al teatro ed è giusto ricordarlo”.
Lo spettacolo ha inizio con un prologo atto ad introdurre la storia di Cenerentola. Alla fine di questo prologo Cenerentola è rimproverata dalla matrigna. La matrigna sfoga nervosamente le sue ansie con Cenerentola, dovendosi recare con le figlie al ballo del re. Arriva una pettinatrice (a’ capera), la quale pettina la matrigna e costei nel farsi pettinare racconta la propria vita e confessa di aver avuto una moltitudine di mariti tutti morti nella prima notte di nozze. La pettinatrice va via e la matrigna invita la figlia prediletta, Patrizia, a vestirsi. Patrizia sarà vestita grottescamente da alcuni sarti magici. Si sente il rumore di una carrozza, arriva il cocchiere Don Pedro con i suoi due aiutanti, Sarchiapone e Sarchiaponcino, che condurrà la matrigna e sua figlia al palazzo reale. Cenerentola rimane da sola a sfogare la rabbia che ha dentro. 

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