HOMEMUSICA

Space Ibiza, la chiusura si avvicina

Abbiamo avuto già modo di parlare dello Space per la festa dell’addio di Carl Cox, ed ora ci ritorniamo parlando della possibile chiusura dello Space, o meglio dello Space così come lo abbiamo conosciuto in questi 27 anni.

Lo Space è il club n. 1 al mondo ormai da 14 anni, ed il 31 dicembre 2016 potrebbe chiudere, non essere più lo stesso. Infatti è decisione, del proprietario Pepe Rosello, ormai ottantenne, pepe-rosellodi non rinnovare il contratto di affitto con la famiglia Matutes, proprietaria del terreno dove sorge lo Space, nonché dell’Ushuaia. I due club si trovano uno di fronte l’altro a Playa d’en Bossa. I destini che si prospettano per il club sono due: trovare un acquirente del marchio e spostare la struttura probabilmente a San Antonio, ovvero lasciare lo Space al gruppo Ushuaia, ma questa soluzione non piace ai più che temono una profanazione del tempio della musica a favore della musica commerciale.

Carl Cox non ha mai nascosto la diversità di vedute da quelle del gruppo Ushuaia e in un’intervista rilasciata per il magazine australiano In The Mix svela alcuni retroscena: “Io e lo Space siamo stati come una coppia sposata e durante gli anni non abbiamo nemmeno avuto molti litigi, è stato semplicemente fantastico. Scenderanno molte lacrime quando tutto questo finirà. È così. Non è che sia io ad andarmene dal club, è che Pepe, proprietario di Space, concluderà il suo contratto; sta per compiere 80 anni e dopodiché sarà ufficialmente fuori dal gioco. Lo Space passerà nelle mani del gruppo Ushuaïa e il manager Jan prenderà il controllo del club. E una volta accaduto ciò, tutto cambierà. È per questo che non ho alcun desiderio di rimanere nel club per nessuna ragione al mondo.Pepe Rosello - Carl Cox

Loro vogliono che io rimanga per una questione di business. È anche ragionevole da parte loro, ma non è quello che mi dice il mio cuore. E se anche fossi rimasto, qui ve lo dico, sarebbe stato solamente perché mi avevano proposto un milione di euro per fare il dj. Sarei stato della serie “Wooo!” ogni notte, mi sarei alzato per mixare 90 minuti e avrei avuto un milione di euro in tasca suonando tracce prese da Beatport. E ci sarebbe stato il maggior numero di tavoli VIP possibile. Avrei sorriso tutto il tempo fino ad arrivare alla banca.

Ma il mio cuore mi dice che non potrei mai fare una cosa del genere – perché se non c’è Pepe, non ci sono nemmeno io. Siamo cresciuti insieme, ne abbiamo passate tante e finiremo insieme. Sono piuttosto felice di ciò, perché significa che lasceremo l’eredità di un club che ha fatto la differenza. Siamo in grado di andarcene con questo – lo status leggendario di quanto avveniva allo Space quando eravamo lì – perché nessun altro può emularlo, è impossibile”.

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