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L’enigma del gatto: Cloe e Pablo tornano per risolvere omicidi e creare consapevolezza

Sonia Sacrato presenterà a breve, al Tin, il Teatro Instabile di Napoli, il suo ultimo libro “L’enigma del gatto” che prosegue le avventure investigative di Cloe, una giovane insegnante che risolve misteri e omicidi grazie allo zampino “astuto” del suo gatto Pablo. Il libro fa parte della nuova collana iDobloni Enigmi.

Sonia ha un legame particolare con Napoli, scoperta durante una degenza ospedaliera di sua madre.


In quel periodo, ha avuto modo di esplorarla, di conoscerla e di assaporare l’atmosfera magica, tanto della città che si è sviluppata alla luce del sole quanto di quella sotterranea, nonché di apprezzare l’ospitalità dei suoi abitanti, che accolgono tutti , facendoli sentire ben accetti, senza chiedere spiegazioni o etichettarli come forestieri.


La protagonista dei miei romanzi – racconta Sonia –  ha un rapporto simbiotico con Pablo, che è arrivato da lei nascosto nel nel ventre della cassarmonica dell’insegnante di musica. È il suo unico legame stabile, mentre il resto della sua esistenza è transeunte e precario, anche per sua scelta. Essendo un’insegnante precaria cambia città ogni due anni, non vuole affezionarsi a nessuno, perché ha sperimentato che ogni volta che si lega a qualcuno finisce per perderlo. Pablo, invece,  è un elemento stabile della sua vita. Con il suo intervento e con un po’ di fortuna, Cloe riesce sempre a scoprire alcuni dettagli che danno una svolta al caso“.


il resto lo rivelano dei sogni “a tema” e la sua capacità di  entrare in contatto empaticamente con particolari della vita della vittima, sconosciuti ai più, toccando determinati oggetti. Dettagli sconosciuti che poi rivela all’ispettore Ferraris. Attorno a lei ruotano alcune figure maschili che finiscono per rimanere abbagliati dal suo fascino, probabilmente generato dall’idea che lei sia una figura muliebre enigmatica e inaccessibile.


Cloe ha molto in comune con me – rivela la Sacrato – e io ho molto in comune con lei. In lei ho riversato quella che io definisco la mia anima ‘becchina’. Amo vestire di nero e rimanere fedele a me stessa. Lotto contro i pregiudizi e gli stereotipi. Questo perché ogni donna ha il legittimo diritto di impare ad amarsi per com’è e non per quello che gli altri pensano che possa e debba essere“.


L’invito è quello di andare oltre le apparenze, perché ogni anima può essere letta e decodificata al di là della superficie e di fuorvianti ovvietà.


Parte dei diritti d’autore saranno devoluti alle attività dell’associazione Progetto Aisha che opera contro la violenza di genere, sia fisica, sia emotiva sia psicologica, offrendo altresì assistenza medica e legale e supportando le vittime dell’abuso che nasce anche dalla strumentalizzazione religiosa di stampo maschilista.

Un supporto per ritrovare se stesse e per rinascere, ripartendo da una presa di consapevolezza.


Credo che un cambiamento – evidenzia Sonia – si possa avviare solo attraverso l’educazione all’emotività e al rispetto reciproco“. 

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