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Palcoscenico: al teatro Augusteo si torna indietro nel tempo con Masiello

Sul palco del Teatro Augusteo il 13 e il 14 marzo scorsi è andato in scena un gioco di squadra all’insegna dell’arte della musica, delle parole e del ballo. Si tratta dello spettacolo Palcoscenico, con i testi e la regia di Gianni Conte, interpretato dal poliedrico attore Massimo Masiello.

A calcare le tavole lignee assieme a lui un talentuoso corpo di ballo, che ha trasmesso al pubblico una prorompente e dilagante gioia di vivere. Il leitmotiv è l’amore nelle sue variegate sfumature e declinazioni:  quello sognato, quello vissuto, quello perso o atteso invano, che si tinge di rimpianto e di malinconia.  Quello che sa farsi spazio nonostante tutto, anche quando si pensa che sia soltanto un’avventura. L’amore per gli anni andati… Sempre e solo lui che altro non è  se non un abbacinante riflesso dell’amore provato verso la vita, nonostante qualche colpo basso e qualche delusione.


Perché la vita, nel suo essere un costante ” lavori in corso” sa sorprenderci. Cambiamo prospettiva, orizzonti, pelle, ripassiamo dal via, ma siamo alla continua ricerca di noi stessi.


Una carrellata lunga oltre 40 anni, dai ’50 ai ’90, che si muove tra musica e parole e affonda nei ricordi, richiamandoli repentinamente  alla mente e al cuore. A questo punto la memoria individuale si mescola a quella collettiva. È  la vita di uno si specchia e si riconosce nella vita di tutti. I due sistemi dialogano come vasi comunicanti.


Sul palco non trovano spazio soltanto pensieri sull’amore, attraverso canzoni come La notte, Un’emozione da poco, Mi manchi, Erba di casa mia, ma  anche riflessioni sulla temperie politica; sulla corruzione che ha corroso il sistema socio – economico; su un cambiamento epocale. Per esempio, c’è una canzone che miscela malinconia per il passato che sta cedendo il posto al futuro e riflessioni sull’amore sempre più precario e baumaniamente liquido. Si tratta di Cosa resterà di questi anni 80 di Raf. Abissi di profondità si alternano a canzonette che sono tali solo in apparenza e che hanno contraddistinto un’epoca. E ancora…  ecco susseguirsi un mix di sigle televisive, emblema della popular culture.

Gianni Conte trasfonde nei monologhi affidati alla voce e al sentire di Massimo Masiello una serie di considerazioni profonde. Massimo Masiello dà voce e corpo a un sapiente amalgama di musica e parole che sanno graffiare l’anima e lasciare il segno. Il corpo di giovani ballerini contagia con la sua passione e la sua gioia di vivere, trasformando la fatica di un mestiere in uno strumento di coinvolgimento per il pubblico che ritrova un sorriso vivo e autentico in un momento socio-economico davvero difficile. 

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