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L’orango di Tapanuli è la scimmia più grande del mondo

  Pongo tapanuliensis, l’orango di Tapanuli. Ovvero la grande scimmia più rara del pianeta.

La nuova specie vive in un’unica foresta ad alta quota, chiamata Batang Toru, e questa popolazione di oranghi è stata a lungo un mistero, fino alla loro scoperta nel 2013.

Gli oranghi di Batang Toru sono più strettamente imparentati con gli oranghi che vivono nel Borneo, dall’altro lato del mare, che con quelli di Sumatra. Finora per gli scienziati esistevano due specie di orango: l’orango di Sumatra e l’orango del Borneo, entrambi gravemente minacciati.

Gli oranghi del Borneo, quelli di Sumatra e la nuova specie di Batang Toru rappresentano tre diversi ceppi evolutivi.
L’analisi genetica suggerisce che vari milioni di anni fa gli oranghi si siano spostati dall’entroterra nell’Asia meridionale a quella che oggi è Sumatra, occupando un’area a Sud della caldera di Toba. Circa 3,3 milioni di anni fa un gruppo di questi oranghi si è mosso verso Nord per colonizzare un’area sopra Toba. Gli oranghi dei due gruppi si sono accoppiati tra loro, ma sono comunque rimasti distinti.
A un certo punto, circa 600.000 anni fa, si è verificata una seconda divisione tra la popolazione originaria a Sud di Toba e gli oranghi che si erano stabiliti nel Borneo. Mentre si susseguivano le ere glaciali e il livello dei mari cambiava, gli oranghi si sono spostati tra le masse continentali, il che spiega perché quelli di Batang Toru siano più strettamente imparentati con quelli del Borneo. Circa 75.000 anni fa, il supervulcano sotto il lago Toba ha eruttato. Forse non è una coincidenza che, nello stesso momento, i dati genomici mostrino un crollo della popolazione. La lava ha distrutto le foreste pluviali circostanti e gli oranghi che vivevano dai due lati del vulcano sono stati separati in modo permanente.

 

 

 

 

 

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