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Bombardamenti in Siria: ritorsioni occidentali sulla popolazione civile

Armi chimiche e bombardamenti: la Siria crolla sotto il peso della ritorsione. A farne le spese è, come sempre, la popolazione civile. Stavolta l’Europa resta a guardare, perché non sono stati lesi i suoi interessi e quindi c’è il tempo di indignarsi.
Veniamo ai fatti: a seguito dell’attacco terroristico in Russia, proprio mentre Putin si trovava a San Pietroburgo, la stampa internazionale era già pronta ad esprimere solidarietà al popolo ex sovietico. Nemmeno il tempo di ricevere abbastanza solidarietà da riempirsi la casela postale che la Russia ha reagito con una forza ed una ferocia paragonabili a quelle del Reich hitleriano. Una ritorsione, quindi, indiretta che è passata attraverso un bombardamento (forse c’entra anche qualche aereo russo, ndr) che formalmente è stato attribuito ad Assad. Di qui l’indignazione d’Europa e della stampa mondiale, come se finora di bombe non ne fossero state sganciate o se i fucili avessero sparato margherite e viole.
Tornando al processo: Assad ha agito su spinta della Russia, che supporta il suo regime. Ora i rapporti tra le grandi potenze sono tornati tesi e si tratta già di un rischio non indifferente: quello di una nuova guerra fredda. Le grandi potenze avevano deciso di non intervenire militarmente (salvando la pace della Francia che da sempre decide in autonomia senza scendere mai a patti, ndr) e gli stessi leader della guerra siriana avevano posto questa clausola. Adesso Usa e Russia non possono più girare la faccia dall’altra parte, e questo gioco sta diventando davvero pericoloso.
Esistono poi le vittime, bambini, donne, uomini e ragazzi siriani ai quali è stata strappata una possibilità. Ci sono i combattenti, noi li vediamo come nemici ma loro combattono per qualcosa di nobile ed in cui credono, e sarebbe futile parlare solo di Isis, meglio chiamare questo movimento Is (Islamic State) di cui le grandi nazioni (o meglio le grandi multinazionali energetiche) hanno paura. Meglio controllarli e far si che siano poveri, come sosteneva Braudel, perché grazie a loro si sostiene il nostro sistema. Allora inutile scandalizzarci dei morti per una guerra voluta principalmente dai nostri Stati e che ormai va avanti da quasi 7 anni, molto più delle Guerre Mondiali ed anche questa guerra di “mondiale” ne ha tutte le caratteristiche.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

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