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Coronavirus: crollano le emissioni di CO2

Lo stop forzato a trasporti, industrie e lavoro ha quasi azzerato la domanda di petrolio, e portato a un crollo senza precedenti delle emissioni di CO2.

Una tendenza confermata da uno studio commissionato dal Guardian e condotto dal Global Carbon Project, afferma che nel 2020 potremmo avere una caduta record nelle emissioni di CO2 a livello globale. Le restrizioni imposte a viaggi, industrie e lavoro, potrebbero infatti causare una riduzione delle emissioni di combustibili fossili del 5%, pari a 2,5 miliardi di tonnellate di CO2, più di quanto sia mai successo negli ultimi 70 anni. Per quanto riguarda la Pianura Padana, il parziale allentamento delle restrizioni dal 4 maggio potrebbe di nuovo portare, rapidamente, a elevati livelli di emissioni e polveri sottili in atmosfera, ma nel frattempo – disastri covid a parte – tutti hanno potuto apprezzare la differenza tra un’aria fortemente inquinata e una moderatamente pulita. «Non è il trionfo dell’ecologismo», afferma Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia: «la diminuzione delle emissioni di CO2 è dovuta a un tracollo economico per il quale è a rischio il lavoro di centinaia di migliaia di persone, non alle corrette decisioni dei governi in termini di politiche climatiche.» Secondo un’analisi condotta dalla società di ricerche norvegese Rystad Energy, la forte contrazione del PIL, il sostanziale collasso dei trasporti aerei e le sofferenze dei trasporti via terra potrebbero sostenere a lungo il crollo della domanda e del prezzo del petrolio in tutto il mondo. Nel 2020 la domanda di greggio potrebbe crollare di 4 miliardi di barili causando, da sola, una diminuzione di 1,8 miliardi di tonnellate delle emissioni di CO2.

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