HOMEItaliaPolitica

Crisi di governo: una battaglia di principio in una guerra persa

La crisi di governo avanza e Matteo Renzi sembra l’unico a non avere un piano. Imbattibile politicamente nelle battaglie si ritroverà a perdere la guerra, esattamente come Napoleone.

Crisi di governo: Renzi vince le battaglie ma perde le guerre

Matteo Renzi, ex Presidente del Consiglio dei Ministri ed ex Sindaco di Firenze, è certamente un fine stratega. Si potrebbe addirittura paragonare a Napoleone per la capacità sul campo di battaglia che per Renzi è terreno politico. Le sue palle di cannone fanno male: costruiscono governi, li fanno cadere e li tengono in bilico. Proprio come Napoleone, però, se metti a ferro e fuoco tutto e non hai una visione la tua Russia prima o poi arriva.

Sembra davvero arrivata la Campagna di Russia per Matteo Renzi. Dimissioni delle ministre, Bonetti e Bellanova, annunciate da lui stesso (alla faccia del ruolo imponente della donna). Gli avanti tutta ed i retro front continui, poi si va avanti a marce forzate ma l’inverno è freddo e senza una visione a lungo andare si rimane incastrati.

Matteo Renzi è rimasto incastrato vittima di sé stesso. Peccato, perché il contributo che avrebbe potuto dare sarebbe stato immenso ma ve lo immaginate Napoleone vassallo dell’Inghilterra o della Prussia? Non esiste. Matteo Renzi piuttosto preferisce sparire e, politicamente, questo sta per avvenire. Alle prossime elezioni Italia Viva potrebbe sparire dal Parlamento e già alle prime avvisaglie di voto si prepara il fuggi, fuggi.

Mancanza di visione: Matteo Renzi non risponde su questo

Ciò che emerge ieri sera da Massimo Giletti, su La7 a Non è l’Arena, è un caso davvero strano. Matteo Renzi, intervistato, risponde cose che entrano bene nel discorso ma che non spiegano nulla di nulla. Una mancanza di visione, una battaglia di principio che, però, in piena Pandemia appare come un colpo basso al Paese.

Gli elettori la leggono così e Renzi si ingabbia da solo. Una mancanza di piano e di visione, Renzi annuncia di astenersi sulla fiducia (che si farà oggi alla Camera e domani al Senato) mentre i costruttori, presumibilmente, prenderanno i suo posto. Non era meglio che Italia Viva battagliasse nella maggioranza? Non sa rispondere su questo, come su tante altre cose.

Resta però il principio: “Io i partiti piccoli li ascoltavo”, dice da Giletti. Conte non lo ha ascoltato? Strano, perché si intesta la conquista di aver fatto cambiare il piano sul Recovery Fund, ma com’è possibile che le due cose entrino insieme nello stesso discorso? Se non lo avessero ascoltato la bozza sarebbe rimasta quella, invece è cambiata anche grazie a lui. Quindi era ascoltato, ma semplicemente voleva che si facesse come diceva lui. In pratica, Renzi, vorrebbe essere al posto di Conte. Può per invidia ed ambizione cadere un governo nel momento più difficile della storia dalla Seconda guerra mondiale ad oggi? Vedremo, ma il renzismo con questa crisi ha davvero perso anche l’ultima oncia di consenso.

Leggi anche: I piatti di Marco Iavazzo e le pizze di Vincenzo Giordano alla corte di “Regina

Share This:

Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura a Colori