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Pamela: una fiaccolata per dire #stopallaviolenza

Circa 200 persone hanno manifestato in corteo contro la violenza a Macerata. Una fiaccolata per ricordare che “Quella di Pamela era una morte che poteva essere evitata”. Parole di Alessandra Verni, madre della ragazza, che ha intenzione di creare un’associazione no profit per giovani in difficoltà.

E’ disumano quello che hanno fatto a mia figlia, una violenza assurda. Quella di Pamela era una morte che poteva essere evitata”. Così Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, che ha partecipato con il padre della 18enne Stefano Mastropietro e lo zio della ragazza Marco Valerio ad una fiaccolata a Macerata. Circa 200 persone hanno sfilato sotto la pioggia, portando striscioni: ‘luci per Pamela’ e ‘#stop alla violenza’.

Alessandra Verni ha annunciato l’intenzione di creare un’unica associazione no profit a livello nazionale insieme all’associazione ‘L’esistenza ora’ che ha organizzato la fiaccolata. “Ne ho già parlato con il sindaco di Roma Virginia Raggi”, ha detto.

L’associazione dovrebbe occuparsi di ragazzi in difficoltà, con il supporto di psicologi e di volontari. I familiari di Pamela Mastropietro vogliono poi che siano accertate le responsabilità della morte della ragazza, ed hanno preso nettamente le distanze da Luca Traini e dal suo raid xenofobo a colpi di pistola contro i migranti di colore.

Traini, intanto, è rimasto in silenzio davanti al gip di Macerata Domenico Potetti. Poi, sempre assistito dal legale Giancarlo Giulianelli, per oltre un’ora e mezza si è fatto interrogare dal pm Stefania Ciccioli: ha espresso un pensiero alla famiglia di di Pamela. E’ la molla che lo ha fatto “sbroccare”, ha ripetuto al pm, a indurlo a vendicarsi di africani come il suo presunto aguzzino Innocent Oseghale, il nigeriano arrestato per occultamento e vilipendio di cadavere.

L’interrogatorio, che avrà valore nel futuro dibattimento, ha spiegato il difensore, è servito anche a “chiarire alcuni particolari” sulla sparatoria in cui sono rimaste ferite almeno sei persone, come il fatto che “Luca non voleva ferire Jennifer” la nigeriana colpita vicino alla stazione. “Traini non sapeva di aver colpito la ragazza, gli dispiace di averla ferita, non voleva farlo”. Per il resto, “nessun pentimento, non ha chiesto scusa” per ciò che ha fatto. Solo “un pensiero di vicinanza a Pamela e a sua madre”.

Traini ha ricordato “di aver portato un cero dove è stato trovato il corpo”. La difesa di punta sull’infermità mentale: chiederà una perizia psichiatrica. Due vicende ormai legate a doppio filo: il dramma di Pamela, morta per overdose o uccisa dopo che si era allontanata dalla comunità di recupero Pars di Corridonia e poi fatta a pezzi, e la sparatoria, ha detto Traini, messa in atto “per vendicarla”. Tanto che in un primo momento il 28enne avrebbe pensato di uccidere Oseghale, aveva riferito il Procuratore di Macerata Giovanni Giorgio. L’avvocato Giulianelli però ha continuato a negare questa circostanza, osservando che vi sarabbe stata una “interpretazione errata” delle frasi dette dal suo assistito.

Oggi il ministro della Giustizia Andrea Orlando sarà in visita ai feriti da Traini a Macerata.

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