Guernica Bombing al Tram: una riflessione sul potere e le sue conseguenze
Il teatro Tram di Port’Alba inaugura la nuova stagione con lo spettacolo Guernica Bombing, per il testo e la regia di Mirko Di Martino, direttore artistico, scrittore e drammaturgo.
Guernica Bombing è una nuova produzione del Teatro dell’Osso. Un intenso monologo interpretato da Orazio Cerino che con un ritmo a perdifiato riesce a incantare e a incatenare l’attenzione del pubblico, raccontando oltre 100 anni di bombardamenti che si intrecciano con le vite e le microstorie di vari personaggi.
Picasso è in testa – letteralmente fotografato nell’atto di dipingere la sua opera – ma anche le sue numerose amanti, mogli, compagne.
Si tratta di uno spettacolo sul potere, come evidenzia il regista, dove trova spazio sia la sua espressione come sopraffazione privata – quella esercitata dall’artista, pieno del suo genio e consapevole della sua fama che usa per affascinare numerose donne e tenerle sulla corda – sia la sua declinazione politica.
Un atteggiamento a mio parere, connotabile – a livello privato – come narcisismo patologico: una fascinazione manipolatoria tale da spingere le sue amate alla follia, alla dissociazione emotiva e, in taluni casi, al suicidio.
Poi c’è la macro-storia, quella del potere politico che dice una cosa e ne fa un’altra sul piano fattuale: dichiara guerra e solo dopo ne trova la legittimazione, una motivazione – solo apparentemente valida – di ciò che era già stato deciso e agito. Contribuisce a diffondere disinformazione attraverso quelle che oggi noi chiamiamo fake news. Manipola costantemente la realtà, occulta la verità, la distorce e, così facendo, stravolge la vita delle persone.
Mirko Di Martino ricostruisce la storia di questa opera d’arte – che oggi costituisce un monito contro la guerra e simbolo di pace – ma che nel suo tour artistico – culturale, paradossalmente, è stata accompagnata da costanti atti di violenza e bombardamenti.
Forse perché gli esseri umani, soprattutto quelli che detengono nelle loro mani il potere, poco o molto che sia – come viene sottolineato nel monologo – dichiarano di essere amanti della pace, ma finiscono per avallare direttamente o indirettamente, palesemente o nascostamente, la guerra.
Orazio Cerino è formidabile, tiene alta la tensione interpretativa e l’attenzione degli astanti per oltre un’ora. Usa l’arma dell’ironia per sovvertire il punto di vista dominante e sbugiardare le verità apparentemente acquisite.
Avvia e approfondisce una riflessione su quanto e quando alcuni popoli che si auto-percepiscono brava gente, tra cui quello italiano, in realtà siano stati tra i primi a sperimentare bombardamenti a tappeto, che hanno raso al suolo anche città che non avevano obiettivi militari strategici.
Mirko Di Martino inaugura questa stagione con un’opera straordinaria, avvincente, che indubbiamente ha comportato un grandissimo lavoro di ricognizione e di selezione delle fonti, per creare un sottile filo rosso tra le vicende narrate e selezionare quelle più attendibili e super partes, evitando le insidie delle fake news e della disinformazione, ampiamente circolanti.
In questo monologo c’è un continuo gioco di rimbalzi con il pubblico che viene attirato all’interno della narrazione e vede sovvertite le sue convinzioni, in maniera a volte disturbante, anche se sempre ironica, pur trattandosi di un racconto drammatico e crudo.
Guernica – priva di obiettivi militari di rilievo – viene distrutta in una sola giornata. In poche ore, semplici cittadini, che volevano solamente vivere dei momenti di aggregazione, come il giorno dedicato al mercato, vedono i tetti delle loro case crollare sotto il peso di bombe da 250 kg e e arse da tubi metallici ripieni di sfere ardenti.
Arsi sono i loro stessi corpi o intossicati, fino alla morte, da un fumo nero e denso. La colpa di Guernica fu solo quella di possedere un albero, simbolo imperituro di pace, come il fiore che Picasso inserisce nel suo enorme dipinto, tale che per realizzarne la base era stato necessario accovacciarsi a terra e per terminare la parte superiore arrampicarsi su una scala.
Di Martino quale, deus ex machina, interviene nella sua opera, di cui rappresenta il creatore assoluto, incarnando la voce di Picasso, le sue ragioni, le sue motivazioni o non motivazioni, in un gioco di continuo rispecchiamento e ribaltamento delle parti.
La fotografa Dora Maar – che fu forse alla radice della creazione di quest’opera e ne documentò con la sua macchina le varie fasi di progressiva costruzione e di decostruzione – viene schiacciata dalla passione d’amore per l’artista, che la conquista in pochissimo tempo attraverso un love bombing .
Il titolo del monologo di Di Martino, a mio parere, non a caso gioca anche su questa doppia accezione, Guernica bombing e Love bombing .
Il love bombing è, infatti, il bombardamento di seduzione e simulazione d’amore che un narcisista patologico tesse intorno alla vittima, fino a catturarla emotivamente e avvincerla a sé.
Il risultato interpretativo è molto intenso – a tratti disturbante – perché scoprire la realtà storica, contribuire a sollevare il velo, ci rende custodi di una verità spesso scomoda, ci rende consapevoli ma anche più colpevoli.
Guernica bombing ritornerà in scena stasera, domenica 22 ottobre, alle 18:00, con una rappresentazione pomeridiana e, di nuovo, nel prossimo weekend da venerdì 27 a domenica 29 ottobre.