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Le dieci cose da mandare al diavolo per essere felici!

In un libro lo psichiatra Michael Bennett insieme alla figlia Sarah, riassume 10 cose da “mandare al diavolo” per essere felici! Il titolo dell’opera è “Non facciamoci fottere dai Sentimenti. Consigli di un grande psichiatra per gestire i problemi impossibili” (Vallardi)

proxyIl libro dei Bennett vuole dare uno scossone a chi tende a credere alle false speranze date da alcuni psicologi o a chi si pone obiettivi irrealizzabili.  “Non siamo contrari alla felicità, bensì alle responsabilità eccessive che ci si attribuisce quando non si è soddisfatti – si legge nell’introduzione – Non sono i sentimenti a far girare il mondo e sono molte le cose che non si possono cambiare, ma accettando i propri limiti e smettendo di andare a caccia di un auto-miglioramento illimitato, si può compiere qualche progresso e affrontare concretamente tutti gli ostacoli che la vita pone sul nostro cammino”.

Il New York Post l’ha definito una “doccia gelata”, partendo dal pensiero che la vita è spesso ingiusta e frustrante e ci sono cose che non possono essere cambiate. Quindi tanto vale gettare la spugna e smetterla di lottare. Tutto analizzato sempre con un affilato humor e voglia di riflettere e sorridere insieme.

Ecco di seguito la lista di cosa mandare al diavolo!

1. L’automiglioramento: 

“Cercare di migliorare se stessi è ammirevole, ma noi siamo i primi a dirvi che essere disposti a compiere qualsiasi sacrificio per raggiungere quell’obiettivo non significa necessariamente che ci si possa riuscire. Non si può diventare più alti una volta terminata la crescita fisica; analogamente esistono dei limiti alle proprie capacità intellettuali, per quanto ci si sforzi”

2. L’autostima:

“In realtà, le persone che si considerano soddisfatte a causa di fattori che non sono in grado di controllare sono le prime a sentirsi mancare il terreno sotto i piedi quando hanno un colpo di sfortuna e perdono i pilastri su cui poggia la loro vita”.

3. La serenità:

“Volersi sbarazzare a tutti i costi dello stress, che sia una forza positiva o negativa, o entrambe le cose, è futile, dannoso e contrario all’umana natura”

4. La giustizia:

“Accettare di essere stati fregati e rendersi conto che opporsi a un’ingiustizia peggiorerebbe ulteriormente la situazione – scrivono gli autori – è l’unico modo per continuare a vivere, farsi coraggio e trattare gli altri con la correttezza che pretendiamo per noi stessi”.

5. La disponibilità:

“L’aiuto indiscriminato, se non è rivolto nella giusta direzione, può essere deleterio e potenzialmente rischioso. È sicuramente nobile sacrificarsi per gli altri, ma non quando i benefici che si possono ottenere sono scarsi, mentre i costi e i rischi sono elevati”.

6. L’amore:

“Se vi rendete conto che l’amore è anche questione di fortuna e ne accettate le frustrazioni e le sofferenze, talvolta inevitabili, potete sopravvivere e imparare dai vostri sbagli”

7. Il dialogo:

“Se volete esprimere qualcosa che forse sarebbe meglio tacere, cercare di dialogare fa più male che bene. In definitiva, è essenziale rendersi conto che le proprie capacità di dialogo non sono inesauribili e che in certi casi comunicare è impossibile”

8. Le responsabilità genitoriali:

“Siate orgogliosi di voi stessi, non tanto per aver generato un bambino sano, quanto perché fate del vostro meglio per favorire il suo benessere e la sua salute in un mondo caotico – scrivono -. Mettere al mondo un figlio non è un miracolo; lo è piuttosto crescere un figlio sano nonostante tutti gli ostacoli che la vita ci mette davanti”

9. Gli stronzi:

In questo caso la lista è lunga: nella categoria può rientrare un parente, un collega o il proprio capo. Imparare a conviverci, qualora la sua presenza non possa essere evitata, è la chiave del successo: a volte bisogna solo far finta di essere invisibili o addormentati, così come si farebbe di fronte ad un orso affamato.

10. Le terapie:

Sapendo che esistono anche delle alternative: l’esercizio fisico, la dieta, lo yoga. Ma “tenete conto che c’è il rischio di infortunio”, scrivono gli autori, e “considerando che già stavate male, potreste stare peggio”.

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