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Le operette morali: al Tram un’attualissima riflessione sulla condizione umana

E’ tornato al teatro Tram di Port’Alba  (27- 29 aprile), per la seconda volta, dopo il primissimo debutto presso la Villa delle Ginestre di Leopardi nel 2021, lo spettacolo Le operette morali, diretto da Mirko Di Martino.
La rappresentazione – che ne chiude la stagione teatrale – è nata in tempo di lockdown e resta fedele a sé stessa nello spirito.
Nel tempo sono progressivamente cambiate le reazioni del pubblico. Comune e costante denominatore il sentimento di sorpresa di fronte all’estrema attualità della narrazione, in parte dissonante rispetto al ricordo scolastico che molti hanno dell’opera leopardiana.
“Le diverse reazioni del pubblico – racconta Di Martino – sono legate al fatto che nel 2023 si segue con maggiore attenzione ciò che viene detto, stando più attenti ai dettagli, mentre in epoca post pandemica, nel  2021 e nel 2022, prevaleva una sensazione piú immediata: quella di sollievo per l’Apocalisse, la catastrofe, scampata. In tal senso, l’opera leopardiana ha il sapore di una profezia avverata, dal valore universale, anche se Leopardi rimane un profeta inascoltato”.
Infatti, gli errori degli esseri umani tendono a perpetuarsi, perché essi si sentono sempre al centro dell’universo e su questa convinzione costruiscono il loro castello di illusioni. Le prove dello spettacolo sono durate circa un mese. In questo lasso di tempo, Nello Provenzano e Antonio D’Avino hanno costruito con tenacia la possibilità di profondersi in una prova attoriale vivida e davvero eccezionale, proprio perché le parole di Leopardi sono state profondamente interiorizzate.
Attraverso un’operazione di lacerante scavo interiore sono riusciti a far penetrare sotto la pelle i concetti leopardiani e il suo stesso modo di parlare.
Leopardi rivela in maniera fulminante, come sottolinea lo stesso regista, l’attualità e l’universalità del suo pensiero.
“Il mio adattamento – evidenzia il regista – è stato davvero  minimo e minimi sono gli inserti di parole e di battute estranee al testo originale. Per esempio, nella parte in cui Leopardi parla del modus operandi dei giornali, io attualizzo il concetto parlando di cinguettii e di condivisioni. Ho lavorato soprattutto su alcuni aspetti formali, come per esempio, nell’episodio dedicato a Prometeo, la trasformazione delle narrazioni in dialoghi, quasi del tutto assenti primieramente.  Lo spettacolo nasce dopo un anno e mezzo di gestazione e si fonda sulla selezione di 9 operette su 24.  Sono quelle più legate a temi attuali: l’auto-distruzione, la strenua ricerca della felicità, la bruciante caduta delle illusioni di poterla trovare e sperimentare davvero, nonché la riprova della scelleratezza e dell’egoismo umani. Le operette morali ci ricordano la nostra finitudine, che siamo “umani troppo umani” e che dovremmo essere più umili. Nella resa scenica si alternano un ritmo più lento e uno più dinamico. Il testo è profondo, ma risulta fruibile a un pubblico trasversale e lo cattura, senza scadere nella ricerca della mera evasione e senza rifuggire dall’affrontare temi difficili e delicati, in parte scomodi.
“Adesso – anticipa Di Martino – stiamo già lavorando alla nuova stagione. Rafforzeremo la valorizzazione territoriale e il nostro connubio con le diverse compagnie teatrali. In particolare, stiamo lavorando a un’opera che ruota attorno alla Guernica di Picasso, in occasione dei 50 anni dalla sua morte. La Guernica diventa un espediente narrativo per allargare la visuale ad altri temi: le guerre e i bombardamenti. L’arte racconta una quotidianità disperata e l’assurdità di uno scontro fratricida: il pensiero non può non andare alla guerra in Ucraina. 

Ph. Valeria Cosentino

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