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Macron richiama l’ambasciatore a Roma: “Attacchi senza precedenti dal governo italiano”

Dopo settimane di tensioni si aggrava la crisi tra i due paesi a seguito della visita a Parigi, a sostegno dei gilet gialli, di alcuni 5 stelle, tra cui Di Maio. “Per diversi mesi la Francia è stata oggetto di ripetute accuse, attacchi infondati e pretese assurde” dichiara il governo francese che oggi ha richiamato l’ambasciatore a Roma per delle “consultazioni”.

Il Ministero degli Esteri Francese fa sapere, attraverso un comunicato, di aver richiamato il proprio ambasciatore a Parigi.

Le ultime ingerenze sono una provocazione ulteriore e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all’elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente. Per diversi mesi la Francia è stata oggetto di ripetute accuse, attacchi infondati e pretese assurde“, ha aggiunto il governo francese, definendo gli attacchi “senza precedenti” dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

La reazione della Francia arriva dopo continui “scambi di opinione” su questione quali i migranti, la Tav, il caso Battisti, la questione Libia e non ultima  quella del “franco delle colonie“, ovvero il franco Fca, moneta in uso in alcuni Paesi africani, usata da Di Maio come esempio di un “neocolonialismo” che sfrutta le risorse dell’Africa e spinge le popolazioni a migrare.

La reazione di  Di Battista su facebook:

«Più che richiamare in patria l’ambasciatore francese in Italia, suggerisco al Presidente Macron di richiamare in Francia quei dirigenti francesi che dettano ancora legge nelle banche centrali africane. Noi abbiamo sollevato una serie di questioni: il controllo da parte dei governi francesi delle risorse africane; il tema del Franco CFA, una moneta stampata a Lione e poi spedita a 14 paesi africani e che toglie sovranità monetaria all’Africa; il superamento di una serie di regole stupide per una nuova politica europea sull’immigrazione; la consegna dei terroristi italiani ancora presenti sul territorio francese. Questi sono temi discussi proprio in questo momento anche da molti francesi. Oggi, in Italia, qualche nemico della Patria si scandalizza per le battaglie che stiamo facendo. Badate bene sono quelli che nel 2011 si calarono le braghe quando Sarkozy propose l’intervento armato in Libia. Se ci fossero stati allora politici con la schiena dritta l’Italia non avrebbe dovuto affrontare da sola anni di imponenti flussi migratori e la Libia probabilmente non sarebbe l’inferno che è adesso. E su molte di queste cose concorda la stragrande maggioranza del Popolo francese.»

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