HOMETEATRO

Bathroom al teatro Tram: una donna allo specchio riflette sulle paure dell’essere umano

Lo spettacolo Bathroom di e con Valeria Impagliazzo coglie un frammento, un frame dell’ esistenza di una donna, che si racconta chiusa nel suo bagno, luogo per eccellenza deputato all’intimità.

Lo spettacolo sarà di nuovo in scena al teatro Tram di Port’Alba stasera, sabato 12 novembre, alle 19:00 e domani, domenica 13 novembre alle 18:00.


“Non mi interessava raccontare una storia – ribadisce la protagonista – ma volevo cogliere un momento, uno spaccato della sua vita”

Nel silenzio della camera da bagno irrompono le sue angosce quotidiane – che si coniugano alla voce paura dell’abbandono; angoscia generata dalla solitudine; ansia prestazionale che ci fa pensare e “pesare” l’idea di non farcela da sole – sotto forma di un rumore tanto improvviso quanto sospetto, che la strappa alla sua quiete apparente e la riconsegna ai suoi pensieri ossessivi, che non trovano sosta e ristoro, in un loop parossistico.

” Il mio spettacolo – evidenzia Valeria – è al femminile: è  narrato da una donna e c’è una donna in scena, ma non è solo femminile, bensì lancia un messaggio universale, Infatti, tutti ci troviamo di fronte a separazioni e a lutti emotivi che è necessario elaborare. Ma viviamo un dramma generazionale che si traduce in un disagio e in un disastro, frutto della nostra immaturità emotiva e di un’adultità negata”.

Chiunque, infatti, prova sentimenti come la paura dell’abbandono, lo spaesamento, il senso di alienazione e di spaesamento quotidiani. Emozioni che riguardano sia uomini sia donne.

“Certamente la donna è vittima di un pensiero agito da una società che ancora rivela di essere patriarcale. Ma c’è di più: ci sono le cosiddette donne “maschie”, coloro che per guadagnarsi un posto nella gerarchia sociale si sentono costrette a mascolinizzarsi, cioè a rinunciare alla propria femminilità”.

La Impagliazzo ha scelto di far accompagnare il suo spettacolo – un intensissimo monologo – dalle note e dalle parole di Raffaella Carrà: da Caliente Caliente a Forte Forte Forte, passando per Rumore, a sottolinearne con forza gli snodi narrativi (il desiderio di non sentirsi più soli, ma di essere nuovamente abitati dall’amore; la paura generata da un rumore improvviso, accompagnato dal timore di non farcela, che fa sperare di ritornare in coppia. Un processo interiore che, però, si conclude con la rivendicazione di poter, sempre e comunque, scegliere di essere single. Il desiderio di abbandonarsi al comando maschile nell’intimità, ma non necessariamente nella vita quotidiana).

“Sono una fan sfegatata di Raffaella Carrà, addirittura posso definirmi una “malata” – spiega -. E’ stata un personaggio molto moderno per i suoi tempi, capace di affrontare temi difficili, andando ostinatamente in controtendenza, senza mai rinunciare alla sua eleganza, alla sua femminilità e a un erotismo tanto intenso quanto inusuale e per niente scontato”. Un modello positivo in cui rispecchiarsi per riconoscersi.

Le canzoni rappresentano per la protagonista un momento di evasione dai suoi loop, una compagnia confortante e “tenera”.

Lo spettacolo – che porta in scena una verità – dialoga con le musiche, eseguite dal vivo, destrutturate e ricomposte, che rappresentano un vero e proprio tappeto musicale e un tassello narrativo complementare. C’è una continua interazione tra questi due elementi. Poco spazio è lasciato al silenzio interiore ed esteno.

“Pasquale Ruocco, autore anche della sonorizzazione, è un talentuoso chitarrista, ma è anche un compositore, e rappresenta il mio controcanto, il punto di vista, maschile, in una situazione dove non ci sono né vittime né carnefici, anche se la protagonista cerca una via d’uscita nella presenza di un carnefice . Ma in fondo sa che non non c’è”.

E’ una donna ripresa e sorpresa nella sua quotidianità, rappresentata da gesti anche molto banali, come farsi la ceretta o asciugarsi i capelli con un phon.

Questi gesti da una parte incarnano quel diktat sociale che vuole le donne – e in fondo tutti gli esseri umani – sempre perfette e prive di fragilità; e dall’altra quelle piccole coccole, indicatrici di cura e attenzione per il proprio corpo e la propria emotività, che ognuno dovrebbe riservare a se stesso soprattutto nei momenti di transizione più delicati e sdrucciolevoli dell’esistenza.

Il gesto masturbatorio finale se da una parte indica una catarsi, la scelta di affrancarsi  dalla figura maschile – rivendicando la propria legittima condizione di donna single e indipendente –  dall’altra sembra riaffermare che la protagonista non ha ancora completato il suo percorso di consapevolezza e non è ancora pronta a proiettarsi all’esterno.

“Lei – evidenzia l’autrice e attrice – ancora non ce la fa ad affrontare un nuovo appuntamento, sia esso sentimentale o carnale”. 

In questo monologo rifluiscono un profluvio di emozioni e riflessioni, dove – come ribadisce l’autrice – è stato necessario trovare la sua misura di attrice, riuscendo a raccontare stati d’animo profondi – spesso contradditori – senza viverli fino in fondo, mantenendo “la barra dritta tra innumerevoli alti e bassi emotivi”, restando alla giusta distanza.

BATHROOM – dialoghi per donna, phon e Raffaella Carrà”

Di e con Valeria Impagliazzo
Musiche originali e sonorizzazione dal vivo Pasquale Ruocco
Luci Antonio Florio
Produzione Opificio delle Teste Dure

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