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Giornalismo molestato, il caso di Greta Beccaglia apre un dibattito: in tv non c’è merito

Greta Beccaglia è stata molestata. Su questo non ci sono dubbi, i giudici dovranno esprimersi ma improvvisamente tutti si chiedono se in tv ci si stia per merito. Si sono tutti destati dal lungo sonno.

Giornalismo molestato, il caso di Greta Beccaglia apre un dibattito: in tv non c’è merito

E’ partita una campagna mediatica molto delicata. La giornalista molestata in diretta da un tifoso all’uscita dello stadio, dopo che si era disputata Empoli – Fiorentina, ha prima generato indignazione poi innescato un dibattito spicciolo, ma ora occorre una riflessione profonda.

Chiaramente l’indignazione è legittima e la solidarietà alla giornalista deve essere attribuita d’ufficio. Dunque non v’è alcun dubbio in merito: Greta Beccaglia ha ricevuto una molestia in piena regola. Successivamente si è scatenato un dibattito becero lanciato dall’ultradestra conservatrice, oggi guidata da donne, che evidentemente non hanno alcun tipo di problema a farsi prendere a sberle sul didietro. Il processo mediatico, la caccia all’uomo, quello nemmeno è giusto. Il colpevole ha sbagliato, deve pagare in tribunale ed è stato sciocco, ma un giornalismo serio non va a scavare nella vita di una persona non pubblica in questo modo. Detto questo è stato surreale il dibattito.

Passata questa fase ora si pone un problema diverso che è quello del merito. La collega Beccaglia ha denunciato, ed ha fatto benissimo. Non dev’essere messa sotto inchiesta lei, ma il sistema. Non era certamente un volto noto prima di quel brutto gesto, quindi nessuno sa se sia professionalmente valida o meno. Di giornaliste, in effetti, ce ne sono di validissime in molti ambiti, ma nello sport e nel calcio proprio no.

E’ risaputo che in tv, e nelle radio, molto spesso vengono scelte donne solo per l’aspetto fisico. Non nascondiamoci dietro un dito: la povertà di contenuti di certe giornaliste da prima serata è sotto gli occhi di tutti. Scelte perché belle, perché lo sport lo seguivano principalmente gli uomini e quindi serviva qualche bella signorina da mettere a tutto schermo. Nessuna di queste scende mai nel merito di una partita, non si lancia in analisi tattiche, non nota niente di niente di ciò che avviene durante una partita di calcio. Sono belle, sorridono, ma poi niente sostanza. Al pubblico piace così, va bene, ma ricordiamoci che i mezzi di comunicazione devono avere una funzione educativa oltre che di puro intrattenimento. Il caso di Greta Beccaglia ci ha fornito un assist per parlare di questo. Fa specie che molti lo scoprano soltanto adesso.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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