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ITACA Richiamo mediterraneo di e con Rosalba Di Girolamo e Marzouk Mejri

ITACA Richiamo mediterraneo di Rosalba Di Girolamo da scritti di Predrag Matvejevic, Jose Saramago, Konstantinos Kavafis e Worman Shire

con Rosalba Di Girolamo voce narrante, Marzouk Mejri canti, fiati, corde, percussioni e suoni elettronici, e Salvatore Morra chitarra e oud,

è andato in scena per la rassegna Natali erranti realizzata da Baba yaga teatro, all’interno di Altri Natali del Comune di Napoli.

Dunque cominciamo dalla location: la Chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi a Napoli.

Una perla per troppo tempo tenuta chiusa, fondata dal religioso spagnolo Andrea Diez, per diffondere l ‘ordine riformato degli Agostiniani Scalzi a Napoli.

Iniziata nel 1603 da Giovanni Giacomo di Conforto, a navata unica con cappelle laterali,

è caratterizzata dalla sontuosa decorazione in stucchi realizzata da Lorenzo Vaccaro sul finire del XVII secolo.

I dipinti di Mattia Preti e Luca Giordano che erano in Chiesa sono conservati a Capodimonte.

La suggestione all’interno della chiesa è incredibile, lo spazio ti avvolge e lo spettacolo si fonde negli spazi molto bene.

Itaca è un viaggio immaginario di un uomo che cerca di raggiungere l’isola.

Nasce dalla riflessione di Predrag Matvejevic sul perché si voglia ricomporre il mosaico Mediterraneo

se i suoi confini somigliano al cerchio di gesso che continua ad essere descritto e cancellato, e che le onde, i venti le imprese e le ispirazioni allargano o restringono: sono irriducibili alla Sovranità e alla Storia.

La Di Girolamo ha una voce incredibile e la modula rendendola simile ad un canto, una nenia, che accompagna le parole, un dono per gli spettatori che ascoltano questo ‘suono’ incantati.

Al suo fianco la musica e la voce di Marzouk Mejri ottimo musicista ricercatore di suoni lontani eppure così vicini.

E’ una partitura di parole su musica dove nulla è lasciato al caso, le pause, i respiri, la musica, la semplice nota

si susseguono con andamento raffinato e sinuoso tale da ammaliare i presenti ed avvolgerli in una rete di benessere e di bellezza.

Ce ne fossero sempre di incanti mediterranei come questi, per rendere note delle bellezze che ci sono vicine e che, invece, ignoriamo.

Suoni ancestrali che diventano la voce di tutti noi, uniti nell’abbraccio del Mediterraneo eppure così distratti da non capire le radici comuni.

ITACA è una favola, un diario di viaggio, un libro di preghiere, è il racconto di tutti noi esseri umani in cammino alla ricerca di accoglienza e di pace.

Un lavoro raffinato e colto da vedere in totale estasi sonora e di parola.

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