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Memorie di un sognatore abusivo: una finestra sul futuro

 Anno 2035. Bob vive in una Comunità che controlla e tassa i sogni tramite l’IVO (Imposta sul Valore Onirico). In una società totalitaria in cui i “sognatori incalliti” sono impoveriti a vantaggio delle élites, l’unico modo per salvaguardare la propria libertà di espressione è trasportare su carta i propri sentimenti e desideri. Oppresso da un lavoro poco gratificante e dai debiti Bob diventa sognatore abusivo, amante clandestino della sua ex moglie, Mara, ribelle suo malgrado. Questo è il sognatore abusivo, che regala al mondo le sue memorie, grazie alla penna di Paolo Pasi. Oggi parliamo delle “Memorie di un sognatore abusivo”, pubblicato nel 2009 da edizioni Spartaco, volume inserito nella collana Dissensi.

“Potrei fare il gangster. Vivere rapinando banche prima che ci pensino i loro presidenti. Rubare ai ricchi per dare a me stesso. In fondo sarebbe un modo onesto per liberarmi della schiavitù di un lavoro che altri hanno scelto per me. E poi cos’è un ladro se non un sognatore in fuga?”
 Paolo Pasi, giornalista, autore e chitarrista rock, costruisce una realtà distopica intrisa di romanticismo. Evidenti sono le influenze di Orwell (1984) nelle atmosfere permeate di angoscia e tensioni latenti. Pasi rende omaggio alla letteratura distopica e fantapolitica statunitense di F.K. Dick, Ballard, ma anche Sheckley e Reynolds. Con la sua prosa chiara e scorrevole sa mantenere il lettore incollato alla sua pagina. Sposa il gusto dissacrante della satira a sentimenti teneri e ideali.
“È il suo odore che mi cattura adesso, quella nota notturna e carnale che mi guida a lei. Sento il calore del suo corpo, ne avverto la consistenza prima ancora che arrivi l’abbraccio.”
Un romanzo che sa unire critica sociale, fantascienza, riflessione etica e morale. Il tutto intessuto da una vena di poesia sognante. Un flusso onirico, quello di Pasi, che trasporta nella realtà borderline di un protagonista antieroe, estremamente umano e, proprio per questo, estremamente reale.
“Nessun desiderio è mai abbastanza, nessun cambiamento all’altezza. Il sogno chiede la latitanza per essere afferrato, una vita in penombra, sonnolenta di giorno, attiva e vorace al buio.”
Da sognatore pirata Bob riuscirà a trovare la sua dimensione in una realtà fatta di macchine e schemi, dove l’unica risorsa per preservarsi esseri umani in carne ed ossa sono i sogni.
 
 DISTOPIA: Finestre sul futuro
Ecco i romanzi da non perdersi, tra distopia, fantapolitica e riflessione sociologica
  • 1984 – George Orwell (1949, Harvill Secker)
  • The Giver – Lois Lowry (1999, Houghton Mifflin)
  • Il mondo nuovo- Aldus Huxley (1932)
  • La svastica sul sole- Philip K. Dick (1962, Putnam’s sons)
  • Survivor- Chuck Palahniuk (1999, Norton & Company)

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