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Minacce agli arbitri, lo “sgomento” di Ferrero

“Ho appreso con sgomento e incredulità delle minacce ai vertici degli arbitri Nicchi e Rizzoli. Loro e tutti i direttori di gara, dagli internazionali a quelli che tengono in vita il calcio nei campi di provincia, hanno la mia più sincera solidarietà” . Dichiara Ferrero, presidente della Sampdoria, in risposta alle recenti minacce di morte a Nicchi e Rizzoli.

La dichiarazione è arrivata a seguito dell’arrivo di plichi, contenenti delle pallottole, alla sede dell’Aia per gli arbitri Nicchi e Rizzoli.  Ferrero si schiera con la categoria arbitrale e dichiara durante un’intervista: “Ho sempre detto che non c’è calcio senza arbitri, ma com’è possibile che siamo arrivati a questa situazione? Siamo l’Italia degli anni ’70 nella quale avevi paura di aprire anche la casella della posta? Ha fatto bene Nicchi -dice Ferrero- a denunciare, a guardarli negli occhi quelli che minacciano il sistema. Il calcio italiano ai Mondiali sarà rappresentato solo dai nostri arbitri: sono il nostro fiore all’occhiello, un loro rappresentante merita a prescindere di dirigere un’altra finale e noi dobbiamo sostenerli, non intimorirli o contestarli.

L’arbitro è un giudice, porta in campo una vocazione, può sbagliare, perché sbagliare è umano, ma non può subire minacce di questo genere. Il terrorismo psicologico -conclude Ferrero- ha portato il nostro Paese allo sbando, sosteniamo e aiutiamo il nostro fiore all’occhiello calcistico. Senza paura e con grande coraggio uniti si vince”.

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