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Referendum, il “si” o il “no”, la crisi del Napoli, la vetta della Juventus e la campagna anti-profughi

Caro Diario,

ce ne sono di cose di cui voglio parlarti in questo mese.

Referendum: si, no o forse. I quesiti non sono poi tanti: il forse è stato già scartato quando il Tar ha respinto al mittente (M5s) la richiesta di inadeguatezza del quesito per incompetenza giuridica. Ossia, per il caso del referendum, deve decidere la Corte Costituzionale o il Presidente della Repubblica, cariche che difatti avevano già deciso.

Dopo questa piccola parentesi è stata decisa la data: gli italiani voteranno il 4 dicembre 2016 una riforma costituzionale che potrebbe cambiare per sempre l’assetto istituzionale del paese. Già si sono divisi tutti sul “si” o sul “no”, il primo accetta il cambiamento della riforma il secondo la respinge. Votare “si” per chi vuole un abbattimento dei costi della politica, un Senato praticamente ridotto all’osso e senza poteri decisionali (se non nei casi delle sedute comuni), una Camera dei Deputati più forte e dei Sindaci sul modello francese.
Si vota “no” per andare contro Renzi? Probabilmente il Capo del Governo pagherà la troppa personalizzazione del voto, ma chi si sta ricredendo è in aumento ed il toscano torna a respirare. Intanto nei dibattiti Maria Elena Boschi demolisce Matteo Salvini (il più accanito e potente sostenitore del “no”) ed il “si” viene sponsorizzato molto anche dalla Tv nazionale. Votare No lascia fermo il paese, ma garantisce anche al governo eletto di poter decidere da solo. Tutti coloro che volevano avvicinarsi agli Usa adesso possono votando “si”, ma che questo sia positivo o negativo è coscienza del votante.

La Serie A di ottobre con la crisi del Napoli, la più evidente sotto il profilo dei risultati, figlia anche del brutto infortunio ad Arkadiusz Milik (4-5 mesi di stop per la rottura del crociato, nda). L’allenatore ha reagito bene agli scadenti risultati ed a novembre si gioca la qualificazione Champions, messa in dubbio dalla sconfitta contro i turchi del Besiktas che mai avevano vinto contro un club italiano.
Se i partenopei sono tornati a vincere contro Crotone ed Empoli totalizzando 6 punti non ha però totalmente convinto. La squalifica di Gabbiadini, sostituito da Mertens come centravanti, priverà difatti il Napoli dell’unico (mezzo) attaccante centrale disponibile e fisicamente okkay per la partita di sabato contro la Juventus. Bianconeri in un momento non idilliaco ma che con la solita mole di gioco prodotto, la solita intensità e qualità, restano saldamente al primo posto dopo essere scivolati a San Siro contro il Milan. Attualmente la Roma è l’inseguitrice più accanita e rivale diretta del Napoli per candidarsi ad anti-Juve che tanto, state sicuri, non si vedrà fino a febbraio.

Quando gli emigranti (migranti sono gli uccelli, gli esseri umani emigrano, nda) hanno invaso l’Europa per salvarsi da una guerra dalle profonde radici, in cui l’occidente ha annegato le mani per dare nutrimento alle proprie economie, si è scatenato il dibattito. E’ una cosa vecchia: si risale al 2013, ma in questo mese di ottobre la situazione è stata devastante.
La propaganda anti-emigrazione è diventata pressante e opprimente nei confronti anche dei profughi, che scappano dalla guerra. Mentre alcune città sono ormai stracolme, e l’Europa resta a guardare abbandonando gli stati della sponda nord del Mediterraneo, si accendono proteste dei cittadini che fanno addirittura cordoni di folla per non far passare nessuno all’ingresso dei piccoli paesi. Una battaglia più che un segno di beneficenza, una guerra nella guerra esasperata anche dal dibattito politico.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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