HOMETEATRO

Teatro alla deriva in costante crescita, Meola: la nostra fiducia è stata premiata

Tutte le province della Campania e dintorni pullulano di eventi en plein air. Si va dai concerti alle sagre, passando per le rappresentazioni teatrali.

E’ proprio l’interludio estivo, infatti, uno dei momenti prediletti delle rassegne teatrali all’aperto, dove molti teatri si spogliano della livrea invernale e indossano gli abiti leggeri dell’estate, solitamente gemellandosi con luoghi di comprovata o sottovalutata (e insospettata talvolta) bellezza naturalistica o luoghi d’arte particolarmente suggestivi.

E’ stato così per la rassegna Teatro alla Deriva che per il dodicesimo anno è tornata ad animare ulteriormente la location delle Terme Stufe di Nerone.

Undici anni su  dodici sono capitanati, a livello di direzione artistica, da Giovanni Meola che sottolinea: “ Si tratta di una rassegna che è cresciuta nel tempo, fidelizzando progressivamente il pubblico puteolano che inizialmente non ha dato una grande risposta. Ma io e la famiglia Colutta eravamo convinti delle potenzialità di questa rassegna e abbiamo continuato a crederci. Così, nel tempo, siamo riusciti a fidelizzare anche una larga fetta di pubblico proveniente da Napoli e provincia, attratta da una location davvero suggestiva e unica nel suo genere, che li spinge a incuriosirsi. Una fetta di pubblico affezionato, trasversale e variegato per età, che apprezza sia gli spettacoli scelti che popolano il cartellone, sia l’organizzazione e ci rende davvero orgogliosi del percorso fatto finora“. 

La dodicesima edizione del Teatro sulla zattera, come le precedenti, è il punto d’approdo di una di una lunga ricerca durata tutto l’anno, che a volte raccoglie e accoglie anche spettacoli di una o due stagioni precedenti, come evidenzia il direttore artistico, o al contrario, selezionati in extremis, perché particolarmente adatti alla location o al fil rouge che chi seleziona cerca di avere come guida di anno in anno

Prediligo spettacoli – racconta Meola –  che ben si adattino alla trasposizione in una i location così particolare, una zattera ancorata al centro di un lago. Ma a conti fatti, direi che l’unica cosa che ho sempre presente è di provare a scegliere lavori in cui gli interpreti, la regia o la drammaturgia, o tutti questi elementi  assieme, abbiano una loro propria forza in grado di suggestionare a prescindere e di combinarsi al meglio con la location e la zattera, elemento assolutamente non trascurabili nelle valutazioni da fare prima di invitare o meno uno spettacolo“.

Tra lui e la famiglia Colutta –  in particolare con Ernesto –   si è creata da tempo una sintonia non solo di tipo culturale e artistico, ma anche di tipo caratteriale. Questo riconoscimento empatico consente loro di fare squadra e di condividere una visione. 

Così, “anno dopo anno, passo dopo passo, sono riusciti ad allargare sempre un po’ di più la base. Questo è uno dei segreti della longevità, finora, di Teatro alla Deriva”.

La famiglia Colutta, che ringrazio tantissimo per questo impegno che si rinnova di anno in anno, apre le porte del suo stabilimento termale non certo per guadagnarci, anzi, ma per rendere questo luogo fulcro di aggregazione culturale adatto a diverse anime, con grande versatilità, una vera e propria comunità teatrale“.

La famiglia Colutta riconverte, e diventa artefice, con grande entusiasmo, di una vera e propria trasformazione di questo ambiente e gli conferisce una differente veste serale, collaborando in piena sinergia con lo staff di Meola, di cui fanno parte, solo per fare un esempio, Gabriella Galbiati Vincenzo Coppola e tutti gli altri che da molti anni, o solo da qualcuno, come ribadisce il direttore artistico, condividono quest’avventura. 

I prossimi progetti teatrali di Meola, che racconta lui stesso, vedono il ritorno sulle scene di Amleto (o il Gioco del Suo Teatro) liberamente tratto da Shakespeare ; Io So e Ho Le Prove, tratto dall’omonimo saggio-memoriale di Vincenzo Imperatore, prima ‘gola profonda’ del mondo bancario italiano; TRE. Le Sorelle Prozorov, liberamente tratto da Tre Sorelle di Cechov, che sarà in cartellone al Teatro Nuovo a Marzo 2024. 

Sulla rampa di lancio, a livello cinemagrafico, il nuovo documentario lungometraggio, Art. 27, comma 3, frutto di un progetto realizzato all’interno del carcere di Poggioreale, pronto ormai ad uscire, e un altro lavoro in fase di sviluppo, frutto di una regia a quattro mani con Raffaele Ceriello, che racconterà la vicenda politica e umana pluridecennale dell’ex-Sindaco di Napoli, Antonio Bassolino. Contemporaneamente, due progetti di finzione, due film, uno dei quali è la trasposizione cinematografica di Io So e Ho Le Prove.

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura a Colori