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Uber a Londra: ‘mea culpa’ ma fa ricorso

In seguito alla revoca delle licenze di Uber a Londra, la compagnia dei taxi online decide di fare ricorso in appello ma fa anche un mea culpa.

In seguito alle polemiche e agli scandali che hanno visto il colosso dei taxi al centro dell’attenzione mediatica e non, il compito di risolvere la situazione e risollevare le sorti di Uber è stato affidato da solo un mese alla chief executive Dara Khosrowshahi.

Il primo passo è stato quello di ammettere in una lettera aperta gli errori commessi e la necessità di un cambiamento sui punti contestati. Nonostante questa la compagnia conferma la decisione di fare appello contro la revoca della licenza annunciata da Tfl, l’autorità comunale dei trasporti della capitale britannica.

Khosrowshahi tenta un dialogo direttamente con i londinesi chiedendo comprensione e appoggio: “Se é vero che Uber ha rivoluzionato il modo di muoversi delle persone in molte città in giro per il mondo, é ugualmente vero che alcune cose sono andate nel modo sbagliato lungo il nostro cammino. […] a nome di ciascuno di noi, della struttura globale di Uber, io mi scuso per gli errori che sono stati fatti: non saremo perfetti, ma vi ascolteremo”.

E chiede il supporto di cittadini firmando la petizione popolare online che Uber ha promosso contro la revoca della licenza. In poche ore le firme sono arrivare ad oltre 650.000, d’altronde è innegabile il vantaggio economico offerto rispetto ad altre aziende che offrono lo stesso servizio a prezzi più alti.

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