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“V per Vendetta”, oggi, 5 novembre è il giorno dell’anarchia

“Vendetta”, in uno Stato come il nostro chi non ne ha mai sentito parlare? Chi non ha pensato nemmeno una volta di escogitare un piano per vendicarsi di un torto?
14962465_10209656309297528_1638469773_nRimane da chiedersi se i motivi che spingono al desiderio di far assaggiare questo “piatto freddo” siano frivoli o, se come in V per Vendetta, abbiano delle radici ben affondate nel terreno della Giustizia.

«Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto, nel tempo il ricordo andrebbe interrotto […]».

È questo l’incipit del celebre film di James McTeigue che riprende la tradizionale filastrocca inglese recitata il 5 novembre nella Guy Fawkes Night.
La maschera di Guy Fawkes, diventata ormai il marchio delle proteste contro la tirannia, ha origine dalle gesta del suddetto protagonista nella fallita “cospirazione della polvere da sparo” il 5 Novembre del 1605: un complotto della14971284_10209656307977495_1117893028_n nobiltà inglese cattolica per assassinare Re James I d’Inghilterra e altri nobili protestanti facendo saltare in aria la House of Commons. Allo stesso modo V  farà esplodere l’Old Bailey, centro di Londra.
È proprio la maschera di Fawkes quella che usa V e che diventa il suo stesso volto, sempre celato e mai rivelato per la durata dell’intera pellicola e che da simbolo iconico che trascende il personaggio diventa rappresentazione del mito che si erge a paladino degli oppressi con una strepitosa interpretazione attoriale di Hugo Weaving basata sulla voce ma soprattutto sul gesto. Perchè il popolo ha il potere di agire, e deve agire. Solo così «I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli».

V per Vendetta è tratto dall’omonima graphic novel di Alan Moore e illustrata da David Lloyd tra il 1982 e il 1985.

14914892_10209656311617586_121570110_nMoore illustra una società inglese distopica molto simile a 1984 di Orwell, in cui, in seguito ad una grave crisi interna ed estera, un partito unico di estrema destra ha preso il potere trasformando la Gran Bretagna in uno stato totalitario. Ma nonostante il cast sia di buon livello, complice la co-protagonista Natalie Portman, la sceneggiatura dei fratelli Wachowski, nella trasposizione cinematografica, si è ispirata liberamente e, seppur mantenendo la multilinearità di V, che rispecchia i tratti caratteristici della scrittura di Moore, quest’ultimo se n’è discostato al punto di non voler nemmeno comparire tra i titoli di coda.

Ma chi è V? V potrebbe essere mio padre, mia madre, vostro fratello, un rivoluzionario, una persona qualunque, oppure potrebbe essere un’idea. Perché, nei retroscena della giustizia, il potere più grande che muove il nostro agire è il radicarsi di un’idea, ed è sotto le nostre maschere che «[…] c’è un’ idea, […] e le idee sono a prova di proiettile».

È questo quello che rappresenta V: un’idea che attraverso il suo forbito, affascinante e a tratti filosofico eloquio, viene portata a termine a dimostrazione del fatto che un’idea può diventare azione e che «Le parole non perderanno mai il loro potere, perché esse sono il mezzo per giungere al significato […]».

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