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VIDEO – Frankenstein Junior, 36 anni fa moriva Marty Feldman

Il 2 dicembre 1982 un attacco di cuore stroncava l’attore inglese, entrato nella storia del cinema grazie al capolavoro di Mel Brooks.

Passato alla storia come il servo Igor del Dottor Frankenstein, Marty Feldman è un personaggio impossibile da dimenticare: far ridere gli era naturale, l’unico attore che aveva sempre gli occhi fuori dalle orbite. Colpa di gravi problemi alla tiroide che, uniti a un naso che risentiva della sua passione giovanile per il pugilato, lo avevano dotato di un aspetto, diciamo così, peculiare. Un look, il suo, assolutamente unico, proprio come la sua vis comica.

Figlio di ebrei originari di Kiev, Martin Alan Feldman nacque a Londra l’8 luglio 1934 e visse il periodo della Seconda Guerra Mondiale nella più tranquilla campagna inglese.

Lasciata la scuola a soli quindici anni, segue inizialmente la vocazione di trombettista jazz, che in quel momento sentiva di possedere.

Solo più tardi scopre in realtà di provare una forte attrazione per il palcoscenico e per la recitazione. Prende parte allora ad alcune commedie, dove comincia a farsi strada la sua vena comica arguta e surreale, sulla scia dei suoi maestri ideali, Buster Keaton e i fratelli Marx.

Attivo membro del Partito Comunista Britannico, raggiunge un enorme successo in alcuni programmi radiofonici, in coppia con Barry Took, ma nel 1961 inizia ad avere seri problemi tiroidei, che trasformano in maniera molto evidente i suoi occhi.

Ma Feldman non si lascia abbattere e la sua carriera non subisce rallentamenti.

Le sue prime performance sulle reti televisive americane avvengono nel famoso Dean Martin Show. Grazie al successo ed alla crescente notorietà riesce a metter in piedi uno show personale che lo consacrerà tra il pubblico statunitense, Marty Feldman’s Comedy Machine.

Nel ‘74 interpreta il film che gli darà la notorietà mondiale: Frankenstein Junior di Mel Brooks. Feldman interpreta il leggendario servitore gobbo del dottor Frederick Frankenstein (interpretato dall’amico Gene Wilder), Igor.

Incoraggiato dal successo del film, partecipa a Il fratello più furbo di Sherlock Holmes (1975), ancora al fianco di Gene Wilder, e ad un nuovo film di Brooks, L’ultima follia di Mel Brooks (1976). Nel 1975 partecipa ad una produzione italiana, 40 gradi all’ombra del lenzuolo, di Sergio Martino, con Barbara Bouchet, Edwige Fenech e Tomas Milian.

Il successo crescente porta il comico a cimentarsi come regista nel 1977. Durante la lavorazione di un film basato su una sua sceneggiatura, Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo, Feldman, quarantottenne, viene colto da un attacco di cuore. Pochi giorni dopo, il 2 dicembre 1982, il comico si spegne nella sua camera d’albergo a Città del Messico.

Nonostante i numerosi successi il suo personaggio più famoso resta lo stralunato servo Igor: una creatura surreale,  orribile, tutta vestita di nero e con una gobba che a seconda dei momenti si sposta inspiegabilmente da destra a sinistra e viceversa. Più che un uomo, un mistero, che con la sua vocetta distilla freddure raggelanti come l’ormai storica “lupo ululà, castello ululì”.

 

 

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