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Pd, l’epurazione renziana alla fase 1. Letta: avanti le donne

Nel Pd l’epurazione renziana incontra resistenze: in Senato il capogruppo Marcucci non molla. Delrio: “Sono il primo a farsi da parte”, e dimostra di aver preso le distanze da Renzi.

Pd, epurazione renziana in stallo: giovedì l’assemblea

Sarà l’assemblea di domani, giovedì, a legittimare le richieste di Marcucci o di Letta. La questione ormai si è fatta spinosa e l’ex Presidente del Consiglio va giù durissimo, a tutto tondo. Dopo le proposte divisive, ma di sinistra finalmente, dello Ius Soli, voto ai 16enni, lotta all’evasione (che in realtà è da anni nel programma) adesso è arrivato il momento di porre rimedio alla mancanza di donne. Graziano Delrio, che è stato renziano della prima fase, è uomo di principio: “Sarò il primo a farsi da parte per questa causa”, ha detto e Letta lo ha ringraziato. Chi non vuole farsi da parte è il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, un fedele di Renzi rimasto nel Partito Democratico.

La battaglia di Letta, inizialmente solo immaginata, è adesso entrata nel vivo. Il rilancio del Pd come un partito davvero di sinistra potrebbe portare a dei risultati. In questo caso non è detto affatto che i sondaggi siano riusciti ad inquadrare il fenomeno e che il Pd non possa rinascere con la sua nuova linea. Già, rinascere, perché bisogna risollevarsi da quel 18% a cui la sinistra si è trovata incollata. Recuperare l’elettorato facendo arrabbiare Salvini, un avversario certo.

Allora avanti le donne, le grandi escluse e penalizzate quelle che, però dal canto loro, nel Pd non hanno mai alzato la voce. Sempre al loro posto, perché per le donne l’unità conta più della polemica. Esattamente il tipo di atteggiamento che andrebbe premiato.

Una sinistra plurale che parli a tutti: anche a Renzi

Parlare a Matteo Renzi, a Leu ed a Carlo Calenda non è un diktat ma è necessario. E’ questo il concetto espresso da Enrico Letta che sta preparando la coalizione più grande di tutti i tempi per poter affrontare il nemico comune. Si torna ai blocchi e dentro ci vogliono stare tutti: anche i 5 Stelle, a rischio di lasciare indietro le minoranze.

E’ il paradosso di Enrico Letta: ferito da Renzi ma a lui profondamente legato. E’ così il nuovo segretario: un po’ epuratore ed un po’ comunitario, un po’ facinoroso ed un po’ comunicatore. Letta è l’emblema della politica che vuole cambiare il proprio passo ed ha due obiettivi principali: il primo è eliminare le scorie del renzismo ed il secondo coinvolgerlo nella sua coalizione.

Insieme si può vincere, divisi no. Letta abbandona anche la scelta del proporzionale e va dritto verso il maggioritario. La nuova linea del Pd potrebbe darci finalmente un Paese governabile? Questo si, salvo poi un nuovo cambiamento pre-elettorale tra 5 anni a favore di chi in quel momento è più basso. Una scelta coraggiosa quella di Letta. Un segretario tanto deciso il Pd non lo aveva dai tempi di Bersani e dello stesso Renzi.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

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